… e poi non rimase nessuno

di 11 Ottobre 2011 0

archivisti2011Pubblichiamo il testo integrale del comunicato stampa di presentazione della manifestazione promossa dall’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (Anai) per i giorni 12-15 ottobre, in collaborazione con la Società Italiana degli Storici Medievisti (SISMED), la Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna (SISEM) e la Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO). Il programma completo delle manifestazioni organizzate in tutta Italia è consultabile sul sito della manifestazione, www.archivisti2011.it.


Archivi e archivisti italiani a rischio estinzione

12-15 ottobre 2011
Quattro giorni di iniziative ed eventi di denuncia e protesta
in tutta Italia “per non dimenticare”

Ottobre 2011:  Senza gli archivi perdiamo il patrimonio di documenti che costituisce la nostra storia e la nostra identità collettiva. Perdiamo la possibilità di imparare dal passato per progettare il presente e il futuro. Ma soprattutto mettiamo a rischio la possibilità di avvalerci dei nostri diritti di cittadini, nella nostra quotidianità: nel rapporto con la pubblica amministrazione, in banca come clienti, dal medico come pazienti, nell’acquisto di beni e servizi come consumatori, sul posto di lavoro.

Gli archivi sono patrimonio di tutti: documentano attività in corso, tutelano diritti, trasmettono la memoria. Scopo degli archivi e del lavoro degli archivisti, all’interno di una comunità, è proprio quella evitare che questa ricchezza venga persa.

Gli archivi sono ovunque e sono rappresentativi di una molteplicità di contesti sia pubblici sia privati: pubblica amministrazione, enti locali, ospedali, scuole, istituzioni militari, tribunali, imprese, famiglie e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Senza gli archivi giudiziari non si possono portare avanti i processi, riaprire le cause quando subentrano nuovi elementi. Senza gli archivi non si sarebbero potute aprire grandi cause di lavoro, come i processi di risarcimento ai morti per l’amianto. Senza i dati di studi e analisi conservati negli archivi scientifici la ricerca non può procedere e progredire, non si possono fare scoperte fondamentali. I medici non possono studiare le malattie e trovare e sperimentare nuove cure e senza gli archivi sanitari non si può ricostruire la nostra storia clinica e fornire ai medici i documenti necessari per essere curati. Senza i documenti che ci forniscono dati sulle condizioni del tempo in periodi diversi non possiamo studiare i cambiamenti del clima; senza la cartografia antica e i documenti che descrivono l’evoluzione del paesaggio non potremmo studiare l’ambiente per prevenire alluvioni e frane o per pianificare gli interventi sul territorio, ad esempio per valutare il rischio sismico. (E purtroppo sono cose che facciamo poco e male). Senza gli archivi è impossibile venire a conoscenza dei soprusi e delle violenze commesse dalle dittature politiche, ricostruire le politiche dai governi nel corso della storia, non si può fare luce su episodi quali il terrorismo, le stragi, la mafia.
L’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI), con la Società Italiana degli Storici Medievisti (SISMED), la Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna (SISEM) e la Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO), in collaborazione con Archivi storici comunicali, Archivi di Stato, Sopraintendenze archivistiche e Istituti archivistici pubblici e privati chiede al Ministro per i Beni e le Attività Culturali di:

  • impedire che gli Archivi di Stato, che conservano un patrimonio storico unico al mondo, e le Soprintendenze archivistiche, che vigilano su archivi pubblici e privati di interesse storico, siano soffocati da riduzioni di risorse che negli ultimi dieci anni hanno raggiunto percentuali superiori al 50%. Inoltre evitare che l’esperienza dei funzionari scientifici degli Archivi diStato e delle Soprintendenze archivistiche vada perduta per il mancato ricambio generazionale;
  • garantire la presenza della professionalità archivistica – in forma diverse a seconda del tipo di archivio, sia assumendo personale sia affidando incarichi ad archivisti libero professioni in possesso di adeguati titoli e referenze – in tutti i contesti (pubblici e privati) in cui gli archivi devono essere correttamente gestiti, tutelati, valorizzati;
  • investire in infrastrutture archivistiche anche in collaborazione tra Stato, Regioni, ed Enti locali, come testimonia l’esperienza dei primi “poli di conservazione archivistica” che permettono di ottimizzare la gestione e ottenere significative riduzioni di costi;
  • costruire un rapporto stabile tra il mondo degli archivi e la scuola, dove sono già disponibili molti e diversi modelli di successo.

Ridurre l’organico significa

  • non poter garantire la tutela di migliaia di chilometri di archivi su tutto il territorio nazionale;
  • non gestire la selezione e lo scarto della documentazione priva di obblighi di conservazione, aumentando in tal modo i costi di gestione di immensi depositi;
  • perdere competenze professionali imprescindibili nel momento in cui sta avvenendo la transizione dalla documentazione su carta al documento elettronico, che offre eccezionali vantaggi ma espone anche a rischi da valutare per tempo e con attenzione.

Governare con consapevolezza questi scenari è il senso dell’archivio e del lavoro dell’archivista, che acquista significato non solo (e non tanto) nella dimensione della conservazione “totale”, ma nel compito di contribuire alla selezione della conservazione di ciò che occorre tenere e cosa no.

Vari i momenti simbolici all’interno delle iniziative organizzate in tutta Italia: a Milano e a Torino verranno consegnate delle chiavi arrugginite degli archivi a giovani fantasmi a significare che, al di là delle ristrettissime condizioni di bilancio, il vero dramma degli istituti archivistici italiani è il mancato passaggio di consegne e di saperi tra le generazioni di archivisti.
Al Centro Documentale Esercito Lombardia di Como si terrà l’iniziativa “Siamo alla frutta” con presentazione del documento “…e poi non rimase nessuno. Archivi e archivisti nella crisi italiana” e la distribuzione di documentazione e di mele della Valtellina.
Presso la sede della Soprintendenza Archivistica di Bari sarà organizzata la lettura scenica del testo di Lucia Zotti “Le anime nel tempo” di Lucia Zotti e Monica Contini del Teatro Kismet. La lettura verrà però interrotta perché l’assenza degli archivisti impedisce di recuperare il documenti indispensabili per chiudere il racconto.
Per maggiori info:

  1. segreteria nazionale ANAI, segreteria@anai.org , 06.37517714
  2. presidente nazionale Marco Carassi marco.carassi@beniculturali.it, tel 011.540382, 338.5726083
  3. consigliere nazionale Augusto Cherchi augusto.cherchi@alicubi.it, tel. 348.1338520