Un portale per la storia degli ebrei e della Shoah in Italia

A 70 anni dalla liberazione di Auschwitz il CDEC pubblica la sua Digital Library. Fotografie, storie, informazioni, tutto accessibile online
di 27 Gennaio 2015 1

Dalla pagina di presentazione del progetto sul sito della Digital Library:

CDEC Digital Library” è il portale web per l’accesso e la consultazione delle risorse informative e documentali della Fondazione CDEC sulla storia, la cultura e le tradizioni degli ebrei in Italia dall’età dell’Emancipazione ad oggi.
In questo portale è possibile consultare le descrizioni archivistiche e catalografiche delle risorse conservate nella Biblioteca, nell’Archivio storico, nell’Archivio fotografico e nell’Archivio audio-visivo della Fondazione CDEC, nonché accedere ad alcune delle collezioni più importanti del patrimonio documentale della Fondazione CDEC.
La prima tranche di pubblicazione riguarda i documenti e le informazioni per la storia e la memoria della Shoah in Italia.  Nuove proposte di navigazione e nuove risorse, su altri temi, saranno implementate e progressivamente aperte alla consultazione online.

Firenze. Regina Polacco Wachsberger e Arminio Wachsberger, post 1937

Con questa nuova forma di pubblicazione e condivisione delle informazioni, la Fondazione CDEC adempie, in maniera moderna ed innovativa, alla sua principale mission: “promuovere lo studio delle vicende, della cultura e della realtà degli Ebrei, con particolare riferimento all’Italia ed all’età contemporanea” e con esse  “contrastare ogni forma di razzismo e antisemitismo” (artt. 2 e 3 Statuto Fondazione CDEC).

 Uno dei punti di forza e maggiore innovazione di questo progetto consiste nell’utilizzo delle tecnologie del Semantic web per l’interoperabilità e la condivisione dei dati

La CDEC Digital Library è il risultato di un più ampio progetto per la valorizzazione e fruizione del patrimonio documentale della Fondazione CDEC. Tale progetto è stato realizzato a partire dalla fine del 2012 grazie al sostegno del Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo, e in collaborazione con Regesta.exe.
Sono state parte essenziale e basilare dello sviluppo del progetto l’introduzione del sistema OAIS (Open Archival Information System) per l’integrazione delle basi di dati preesistenti e la loro conservazione; l’adozione della piattaforma open source xml xDams per le descrizioni inventariali e catalografiche della documentazione storica, secondo gli standard nazionali e internazionali; l’adozione della linked data platform Bygle per la gestione dei flussi documentali e informativi e per le attività di reasoning – ovvero di collegamento semantico fra i dati delle due piattaforme.
La piattaforma Bygle costituisce la struttura portante della CDEC Digital Library: il portale viene alimentato direttamente dai dati provenienti dalla linked data platform ed è inoltre aperto ad integrare al proprio interno anche i dati provenienti dalla Linked Open Data Cloud.
Uno dei punti di forza e maggiore innovazione di questo progetto consiste nell’utilizzo delle tecnologie del Semantic web per l’interoperabilità e la condivisione dei dati.

Carta d’identità di Jacob Burbea, rilasciata dal British Internee Camp Ilag di Biberach/Riss

Il primo esito tangibile dell’applicazione delle tecnologie del Semantic Web alle risorse della Fondazione CDEC è la pubblicazione in formato Linked Open Data delle informazioni e dei documenti riguardanti la storia e la memoria della Shoah in Italia. Questo risultato è stato raggiunto attraverso diverse fasi di intervento che hanno trovato il loro core nell’elaborazione di una specifica ontologia di dominio sulla Shoah in Italia, nella trasformazione massiva in formato RDF/xml dei dati anagrafici e biografici degli ebrei vittime della persecuzione e deportazione, e con essa la creazione di un codice identificativo univoco (IRI – Internazionalized Resource Identifier) per ogni singolo dato.
L’ontologia di dominio è stata elaborata a partire dalle informazioni di dettaglio contenute nella banca dati sui nomi delle vittime della Shoah in Italia, creata  da Liliana Picciotto nel corso della sua decennale ricerca sulle vittime della deportazione dall’Italia (cfr. Il Libro della Memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia 1943-1945, Milano 1991; 2° ed., 2001). Grazie ad essa è stato possibile descrivere in maniera formale e  in modalità machine readable, i vari momenti del processo di persecuzione e deportazione: gli arresti, gli incarceramenti in Italia, i trasporti sui convogli fino all’arrivo nei campi nazisti.

Attraverso la navigazione delle pagine della Digital Library è visibile l’intreccio delle relazioni semantiche fra persone, luoghi, esperienze, risorse d’archivio

L’ontologia sulla Shoah, integrata da ontologie consolidate come Dublin Core e FOAF, ha consentito la trasformazione in RDF/xml di tutti i dati provenienti dalla banca dati originaria e la creazione dei relativi codici identificativi il cui insieme costituisce il dataset dei Nomi delle Vittime della Shoah in Italia (“Shoah Victims Names”). Il dataset, realizzato secondo le best practices indicate dal W3C, è pubblicato su un end-point Sparql,  dove è aperto al riuso da parte degli studiosi nel rispetto delle norme previste dalla licenza Creative Commons Attribution 4.0, e collegato ai datasets della LOD Cloud (DBpedia, VIAF, Geonames, etc.).
La successiva attività di reasoning ha permesso innanzitutto di ricostruire su base semantica i legami fra le varie “entità”: persone appartenenti allo stesso nucleo familiare; persone e luoghi; persone che vissero comuni esperienze (di incarceramento, di trasporto, di reclusione nei campi nazisti). Con lo stesso procedimento e laddove possibile, le singole “entità” sono state collegate alle descrizioni catalografiche della Biblioteca, dell’Archivio fotografico, agli inventari dell’Archivio storico e ai relativi documenti digitalizzati. L’intreccio delle relazioni semantiche fra persone, luoghi, esperienze, risorse d’archivio, è visibile attraverso la navigazione delle pagine della Digital Library; il collegamento delle IRI del dataset dei Nomi delle Vittime della Shoah con le risorse disponibili nella LOD Cloud è visualizzabile attraverso il LOD Browser LodView.

 


Superga, tenuta “Il Saccarello”, 1932. Anna Fubini, Leo Avigdor, Lia Fubini, Primo Levi, Giulia Colombo, Anna Maria Levi

Navigando nella memoria. Un esempio di ricerca: Primo Levi.
Con la Digital Library è possibile ripercorrere i luoghi della Shoah, la persecuzione, la detenzione e la deportazione degli ebrei italiani e le relazioni fra di loro. Così la scheda personale di Primo Levi riporta i dati biografici, le relazioni familiari (figlio di, genitore di, fratello di) la sua professione e la sua esperienza di persecuzione, analiticamente descritta, cronologicamente e geograficamente, in campi ulteriormente ricercabili (luogo di arresto, di detenzione, raccolta, numero di convoglio, campo di destinazione); nella scheda è descritta in dettaglio infine la sua attività partigiana.
Ma la scheda biografica di Primo Levi è solo l’inizio della navigazione. Ad essa sono associate le risorse: 39 fotografie di ritratti familiari, 4 descrizioni archivistiche, 69 oggetti della Biblioteca (monografie, articoli) una videointervista in cui è citato. Le informazioni sono navigabili: si possono ricostruire i luoghi di arresto, di detenzione, raccolta, dei perseguitati italiani, dare un volto ai compagni di deportazione rilanciando la ricerca per convoglio che elencherà le persone presenti nei vagoni partiti il 22 febbraio 1944 e giunti ad Auschwitz il 26 . 515 i risultati, dunque i deportati del convoglio di Primo Levi. Sapremo che nello stesso treno viaggiò verso la morte Vanda Maestra, partigiana, che vediamo giovane e sorridente in una fotografia degli anni Trenta, e che Luciana Nissim, sopravvissuta ad Auschwitz ricorda, in una videointervista del ’95. E da qui il viaggio nella memoria potrebbe continuare, tra associazioni semantiche, luoghi, amicizie, gruppi familiari…

Le immagini sono tratte dall’Archivio fotografico del Cdec consultabile nel portale. Nello slideshow Primo Levi con la sorella Anna Maria,  a Spotorno, nel 1925, appartenente al Fondo Anna Maria Levi