L’11 febbraio 1930 nasceva Mary Quant

di 11 Febbraio 2015 0

Mentre a Sanremo nel ’66 trionfavano Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti con Dio come ti amo e  Mike Bongiorno presentava  gli Yardbirds –  gruppo capellone di rock inglese  in vetta alle classifiche britanniche– con l ‘appellativo di “gallinacci”, i giovani, fuori dal festival, correvano ad acquistare Nessuno mi può giudicare canzone perdente, interpretata da una giovane con capelli corti e biondi, il “casco d’oro” Caterina Caselli che rivendicava:“Ognuno ha il diritto di vivere come può …Per questo una cosa mi piace e quell’altra no”…

Quanto stava accadendo anche nella società italiana  – la ricerca di libertà ed emancipazione dai modelli familiari  tradizionali, dai diktat dell’establishment  culturale –   aveva certamente molto a che fare con Mary Quant,  una sbarazzina stilista inglese da un paio di anni divenuta la responsabile della silhouette delle ragazze e delle donne giovani in tutto il mondo, avendo inventato  –  anche se il primato dell’invenzione è conteso – la minigonna (“miniskirt” dalla sua auto preferita la Mini Cooper : ” “The mini car went exactly with the miniskirt; it did everything one wanted, it looked great, it was optimistic, exuberant, young, flirty, it was exactly right”) e, con essa, uno stile per la gioventù di tutto il mondo.

Twiggy, la supermodella inglese degli anni Sessanta

Eccola rispondere  nel maggio ’68, alle domande dell’intervistatrice di un telegiornale francese. Con timidezza, poiché Parigi è da sempre la capitale della moda…
In partnership con il marito  Alexander Plunket Greene e ad un amico, aveva aperto, nel 1957, una boutique,  Bazaar, nella King’s Road di Londra, nel quartiere Chealsea. “Rules are invented for lazy people who don’t want to think for themselves” dirà in un’altra intervista la Quant, che qui vediamo al lavoro nel suo appartamento. Un successo immediato: nel giro di 7 anni l’azienda aprì filiali in Europa e negli Usa producendo design per una moda di massa, partendo dalla gioventù come fonte di ispirazione e cancellando la moda più istituzionale monopolio dei ricchi, segno distintivo della gerarchia sociale.
 Il dinamismo della società inglese, Londra – Swinging London – con la sua freschezza, la sua creatività, faranno conquistare all’Inghilterra il primato nelle nuove idee: nell’estetica, nella moda, nella musica  (da non perdere questo cinegiornale del ’67, “Swinging Britain”)

Il video-giornalismo italiano mostra tutto il suo provincialismo: irride la nuova moda o solletica il gallismo italiano non cogliendo la carica di liberazione e emancipazione sottesa alla rivoluzione dell’abbigliamento e del costume. E’ il caso dei Radar (“Oggi ci si diverte così: una sera al Piper“, 1965; “Dopo Londra anche Roma ha la sua Carnaby street“, 1967; Una super minigonna per Raquel Welch a Piazza di Spagna, 1966). Diversi i Sette G attenti all’attualità politica, ai cambiamenti della società italiana (La scatola dei suoni, 1966).