Volkswagen, le origini di un mito

di 22 Settembre 2015 0

Siamo nel giugno 1938 e il cinegiornale dell’Archivio Luce ci mostra la nascita, a Fallersleben, della fabbrica della macchina popolare, la Volkswagen, oggi nell’occhio del ciclone per il Dieselgate, lo scandalo delle auto Volkswagen a motore diesel dotate di centraline “furbette” in grado di ridurre le emissioni nocive nella fase del controllo, lasciandole a livello “normale” nell’uso quotidiano delle vetture.

Naturalmente ad inaugurarla c’e’ Hitler in persona, che aveva fortemente voluto la produzione di un’automobile alla portata di tutti: il costo era di 990 Reichsmark, l’operazione era affidata alla KdF, organizzazione governativa dopolavoristica (Kraft durch Freude, forza attraverso la gioia) il progetto era finalizzato alla costruzione della KdF-Wagen, il futuro Maggiolino. Gli operai avrebbero acquistato la vettura con un piano di finanziamento il KdF-Wagen-Sparen. Studi approfonditi hanno poi mostrato l’irrealizzabilita’ del KdF-Wagen-Sparen, il piano di risparmio ideato per l’acquisto di massa della Kdf-wagen, che vediamo realizzata e protagonista di un’efficiente e perfetta performance alla Festa della stampa sportiva, nel 1939.

Nel secondo dopopoguerra,  seguendo un piano gestito dall’ufficiale inglese Ivan Hirst, ingegnere meccanico, si ricostruirono – con molta manodopera italiana  – gli edifici dello stabilimento distrutti dai bombardamenti e si diede avvio alla nuova produzione.   Sara’ un successo inarrestabile, negli anni Sessanta l’automobile diventera’ il Maggiolino (Käfer in tedesco, e Coccinelle in Francia, Escarabajo in Spagna, Beetle o Bug in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, Fusca in Brasile e Vocho in Messico) e soggetto di una fortunata serie cinematografica della Walt Disney.

Forte la componente italiana tra gli operai del complesso automobilistico di Wolfsburg. In questo cinegiornale della Repubblica ci si sofferma sulla vita degli operai italiani emigrati in Germania per lavorare in fabbrica.

Nel 1972 la crisi produttiva esplode con massicci piani di licenziamento: l’interessante inchiesta di Notizie cinematografiche, una testata giornalistica della fine degli anni Sessanta (non piu’ la vecchia Incom filogovernativa della Guerra fredda) fa parlare i lavoratori italiani, sradicati e ghettizzati in anonimi quartieri e apre uno squarcio sulle relazioni industriali di quegli anni, sulla condizione degli emigranti, sul rapporto capitale lavoro in una storica industria tedesca che esporta in tutto il mondo.

 


I cinegiornali in evidenza in questo breve articolo sono:
Giornale Luce n.1320, servizio “La nuova fabbrica delle Volkswagen”, 1938
Giornale Luce n. 1470, servizio “La festa della Stampa sportiva”, 1939
La Settimana Incom n. 2320, servizio “Si diverte ma scappa appena può”, 1963
Notiizie cinematografiche n. 275, servizio “Germania – La crisi della Volkswagen e le sue ripercussioni sui lavoratori italiani”, 1972