Il mausoleo per il “generale traditore Graziani”

di 29 Ottobre 2012 0

Agli immemori ed anche ai nemici dell’Italia democratica repubblicana, si deve ricordare che cosa ha fatto il generale Graziani. Egli è l’uomo che il 1° ottobre 1943, al Teatro Adriano di Roma, pronunciò un discorso che, ancora oggi, conserva tutto il suo carattere odioso. “Solo per la via della fedeltà ai patti già conclusi” egli disse, “ci sarà dato di cancellare l’onta e di ridare al popolo italiano il prestigio, la fede e l’onore”

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A somiglianza dei tedeschi, istituiva il servizio del lavoro e finalmente si faceva ricevere dal Fuehrer. Nessuno sa che cosa venne detto in quel colloquio. Ma forse da esso ebbe origine la creazione in Germania delle divisioni italiane con istruttori tedeschi, cominciarono le pressioni morali e fisiche – che giungevano fino alla falcidia del già troppo scarso cibo – sui soldati prigionieri in Germania, per obbligarli ad ingaggiarsi in quelle divisioni, e nacquero i bandi contro i partigiani e i feroci rastrellamenti che tutti ricordano. Egli ha la tragica responsabilità di aver trasformato anche in guerra civile una guerra che era diretta solo contro lo straniero.

L’esercito repubblicano di Graziani è costato all’Italia migliaia di morti, di torturati, di oppressi. Migliaia di madri italiane ancora oggi per causa sua portano il lutto…

Regesta ricorre ancora una volta alle carte d’archivio per ricordare chi fosse Rodolfo Graziani alla memoria del quale il piccolo comune di Affile – 1500 abitanti in provincia di Roma – nello scorso agosto ha eretto un mausoleo, costruito con un finanziamento della regione Lazio.

Le schiette parole sono di Enrico Mattei, l’imprenditore e politico Dc al quale in questi giorni tutti i media dedicano ampio spazio ricordandone con toni corali intraprendenza, determinazione. È il 12 ottobre 1948, il giorno dopo il rinvio a giudizio dinanzi alla corte di assise del maresciallo Graziani, e il deputato Mattei presenta al ministro dell’interno Scelba un’interrogazione per sapere “quali misure intenda predisporre per evitare che con ignobili scomposte manifestazioni fasciste si tenti di influenzare l’opinione pubblica e la serenità della magistratura durante lo svolgimento del processo Graziani, e quali misure intenda prendere affinchè non si ripeta il disgustoso spettacolo offerto domenica sera da gruppi di fascisti che sfilavano per le vie di Roma levando il braccio nel saluto romano ed inneggiando a Graziani e al duce” .

Il processo di cui parla il futuro fondatore dell’Eni proseguirà dinanzi al tribunale militare speciale di Roma che condannerà il 2 maggio 1950 Graziani a 19 anni di carcere per “collaborazionismo militare col tedesco”. Grazie a diversi condoni, quattro mesi dopo il verdetto Graziani tornerà in libertà assumendo nel 1953, la presidenza onoraria del Movimento sociale italiano.

L’intervento integrale di Mattei a Montecitorio, che riscosse vivissimi applausi, è consultabile online nel Portale storico della Camera (seduta del 12 ottobre 1948)