Linked Open Data & the Jewish Cultural Heritage è il titolo del workshop internazionale che avrà luogo il 20 gennaio 2015 presso la Camera dei Deputati promosso dalla Fondazione CDEC, regesta.exe, Istituto di Telematica e Informatica del CNR di Pisa e patrocinato dal W3C Italia e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
L’evento rientra nelle iniziative promosse per il Giorno della Memoria e non casualmente. Le nuove tecnologie del Semantic Web possono svolgere un ruolo essenziale nella salvaguardia della memoria della Shoah fornendo nuovi ed efficaci strumenti alla ricerca, potenziando il valore informativo dei dati finora custoditi da enti e istituzioni nel mondo, rendendo possibile la collaborazione, lo scambio, l’arricchimento di informazioni, in maniera decentrata e sinergica, fra istituti e soggetti diversi, proprietari o custodi di patrimoni informativi sparsi nel web.
In questo contesto di ricerca si inserisce il progetto che la Fondazione CDEC pubblicherà e presenterà al workshop: si tratta del primo progetto, in Italia e nel mondo, di banca dati in formato Linked Open Data sulla storia e sulla persecuzione degli ebrei.
Il progetto, sviluppato con la partnership tecnologica di regesta.exe, è fondato sulla realizzazione di un’ontologia specifica del dominio Shoah, che, prendendo le mosse dall’analisi della base di dati creata da Liliana Picciotto nel corso della sua pluriennale ricerca sulla deportazione dall’Italia, ha permesso la descrizione formale delle varie fasi del processo persecutorio, dagli arresti agli incarceramenti fino alla deportazione di ogni singola vittima nei campi nazisti.
Le nuove tecnologie del Semantic Web possono svolgere un ruolo essenziale nella salvaguardia della memoria della Shoah fornendo nuovi ed efficaci strumenti alla ricerca, potenziando il valore informativo dei dati finora custoditi da enti e istituzioni nel mondo
L’ontologia, grazie alla quale ogni nome è semanticamente collegato ai concetti e alle relazioni individuati come propri del processo di deportazione, conferisce ai nomi stessi un carattere di inoppugnabilità e precisione identificativa nettamente superiore alle pubblicazioni finora realizzate. La sua applicazione ai 9031 nomi degli ebrei perseguitati in Italia fra il 1943 e il 1945, consente non solo il potenziamento del valore e dell’unicità delle informazioni relative a quelle vicende ma si offre anche come base di partenza per l’ampliamento alla descrizione delle complesse e diversificate vicende di persecuzione e deportazione degli ebrei in tutta Europa.
Nel corso del workshop si discuterà della possibilità di ampliare tale ontologia per descrivere altre esperienze di persecuzione in Europa, di progetti finalizzati alla creazione di infrastrutture digitali per la condivisione del sapere e delle risorse sulla storia ebraica. Dall’esperienza di Judaica Europeana alla piattaforma tecnologica dello Yad Vashem, dalla Università di Mannheim ai progetti italiani: per conoscere in dettaglio il programma della giornata si può visitare il sito della Fondazione Cdec, per partecipare occorre iscriversi qui.