Accessibili online 13mila pagine sui crimini nazifascisti

Sul sito dell’Archivio storico della Camera dei deputati il materiale della Commissione di inchiesta parlamentare sull'occultamento dei fascicoli
di 16 Febbraio 2016 0
Aldo Gay, Senza titolo, 1943

Aldo Gay, Senza titolo, 1943

Si richiede, altresì, come segno di trasparenza, la piena liberalizzazione di tutto il materiale acquisito e nella disponibilità della Commissione con la creazione di un apposito link di collegamento sul sito internet del Parlamento, al fine di offrire a tutti i cittadini la consultazione dei documenti e lo studio della carte acquisite”: così si chiudeva la relazione della “Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti”, istituita nella XIV legislatura con legge 107/2003 per indagare sulle anomale “archiviazioni provvisorie”, sull’occultamento dei 695 fascicoli ritrovati nel 1994 a Palazzo Cesi, sede della Procura generale militare, contenenti denunce di crimini nazifascisti commessi nel corso della seconda guerra mondiale e riguardanti circa 15mila vittime. Da oggi,  nel sito dell’Archivio storico della Camera è possibile visualizzare l’elenco della documentazione e richiederne copia digitale. La disponibilità di questi documenti completa ed integra i testi dei resoconti delle sedute della Commissione – che operò dall’8 ottobre 2003 al 16 febbraio 2006 e si concluse con due relazioni, di maggioranza e di minoranza – già pubblicati in rete.

Si tratta di documenti che la Commissione d’inchiesta ha acquisito dagli archivi del Ministero degli Affari esteri, del Ministero della Difesa, dell’allora Servizio informazioni e sicurezza militare (Sismi), del Consiglio della magistratura militare e del Tribunale di Roma. Un esempio dal sito: la “documentazione pervenuta dall’Ispettorato generale del Ministero degli affari esteri e relativa (come da elenco compreso nelle p. da 1 a 29) ai seguenti fascicoli: indennizzi a vittime del fascismo; visite a Kappler; Kappler (domanda di grazia); criminali nazisti ed internati o prigionieri;- crimini di guerra in Italia – accuse mosse da un redattore del settimanale “Stern”; criminali nazisti. Parte generale; fucilazione 85 civili italiani nel 1944; Inchiesta su fatti di Cefalonia; Schmidt Helmut a Roma; Protezione interessi tedeschi in Guinea; Rendiconto trimestrale maggio-luglio 1971;contatti R.F.G. – Guinea; interessi tedeschi in Guinea – Marche consolari; Adolf Marx – Passato al 1972; sorvolo della Guinea da parte del Ministro Scheel durante il viaggio in Africa; centro cinematografico di Boulbinet

Come ricorda Marco De Paolis, il Procuratore Militare della Repubblica di Roma che istruì i processi sulle stragi di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema, fu nel corso delle indagini a carico di Erich Priebke nel 1994 per il massacro delle Fosse Ardeatine che “avvenne il noto ritrovamento negli archivi della Procura generale militare di Roma di alcune centinaia di fascicoli contenenti procedimenti penali riguardanti crimini di guerra in danno della popolazione civile italiana, commessi nella quasi totalità da militari tedeschi appartenenti a reparti militari germanici di occupazione tra il 1943 e il 1945”. Tutto il materiale venne ritrovato a Palazzo Cesi, ma, secondo la relazione di maggioranza approvata dalla Commissione, i fascicoli furono individuati non in un “armadio” ma in scaffalature, nel piano rialzato di Palazzo Cesi, in un archivio “perfettamente accessibile a coloro i quali lavoravano alla Procura generale” (p. 245).armadio

Dopo il rinvenimento dei fascicoli nel 1994, le procure militari hanno riaperto le indagini e affidato ai carabinieri e alle procure competenti ulteriori accertamenti. A partire dal 2004, si legge nel sito IBC Archivi, il senatore Walter Vitali, membro della commissione d’inchiesta, ha donato copie digitali di 39 fascicoli desecretati relativi ai crimini nazifascisti commessi nella provincia di Bologna all’Istituto per la storia e le memorie del Novecento Parri E-R.

“E’ questo il nuovo e importante capitolo nel percorso di trasparenza avviato a Montecitorio di cui sono contenta perché un Paese veramente democratico non deve avere paura del proprio passato”, ha commentato su Facebook il Presidente della Camera Laura Boldrini.