Lo “Sportello delle Memorie” di Pietralata: un archivio digitale partecipato di fonti orali

Un progetto per la raccolta e la fruizione di narrazioni legate al territorio
di and 26 Giugno 2017 0

La passeggiata della memoria. Roma, 25 aprile 2017

Nel 2016 a Roma, a partire da un seminario di formazione sulle fonti orali aperto alla cittadinanza, è nato un gruppo di ricerca con l’obbiettivo di realizzare un archivio digitale partecipato di fonti orali. Il progetto è stato intitolato lo “Sportello delle Memorie” (SDM) di Pietralata, pensato come un luogo dove poter raccontare ed ascoltare le storie e le memorie legate a questo quartiere periferico della città.

Si tratta di un piccolo gruppo di antropologi culturali, urbanisti, archivisti, operatori del sociale, abitanti del quartiere coordinato da Valeria Trupiano, antropologa culturale, ideatrice di questo progetto, promosso dall’associazione di volontariato “TipiAttivi”, che raggruppa cittadini del quartiere impegnati in iniziative socio-culturali sul territorio.

Lo “Sportello delle Memorie” è stato immaginato come uno spazio adibito alla produzione e fruizione di narrazioni legate al territorio, un luogo aperto a chi è disponibile a raccontare e ascoltare biografie della periferia romana, in particolare dell’area Pietralata-Tiburtina. Il progetto è stato presentato ufficialmente il 15 giugno 2016 in una sala della Scuola dell’I.C. Giorgio Perlasca di Pietralata che lo ospita e con la quale, assieme alle tante associazioni e attività culturali che la animano, collabora proficuamente.

Il progetto intende porsi come esperienza pilota per la costruzione di una rete di “sportelli” attivi nelle varie periferie romane, promuovendo una riflessione collettiva permanente sul territorio basata sulla conoscenza, sulla negoziazione e sulla valorizzazione delle memorie e delle identità locali

La fase della produzione di fonti orali è già iniziata: i racconti sono stati stimolati e registrati da scienziati sociali e abitanti locali, tutti periodicamente coinvolti in un processo di formazione sui temi e le metodiche dell’intervista qualitativa, della produzione di memoria, dell’archiviazione. A distanza di un anno sono state prodotte una ventina di interviste, realizzate con registratore digitale, ma anche con semplici smartphone e documentate anche mediante fotografie e, in qualche caso, video. Gli intervistati sono stati individuati tra cittadini di vecchia e nuova generazione, con l’intento “esplorativo” di sondare le diverse realtà del territorio.

L’obiettivo è creare un archivio digitale di fonti orali disponibile on site e on line per quanti – abitanti del quartiere, studenti, insegnanti, giornalisti, studiosi, progettisti, urbanisti, decisori politici, funzionari e soggetti del mondo produttivo – siano interessati a conoscere, attraverso le parole dei suoi protagonisti, le vicende passate e presenti, così come gli immaginari futuri, del territorio.

Avvalendosi anche della collaborazione del Circolo Gianni Bosio”, istituzione storica impegnata nello studio e nella valorizzazione della cultura orale e popolare, il progetto intende porsi come esperienza pilota per la costruzione di una rete di “sportelli” attivi nelle varie periferie romane. Tra gli obiettivi c’è quello di rendere la storia e il vissuto delle periferie romane, parte del patrimonio culturale condiviso della città di Roma.

“Come una pagnotta, semplice, fragrante, genuina… questo era Pietralata. Oggi è un piatto elaborato”, racconta Simona. La parola chiave è “ascoltare”, concetto e pratica alla base di buone pratiche nell’ambito di una società complessa come quella contemporanea

Sul modello delle esperienze dei musei diffusi e partecipati, l’idea alla base di questo progetto è di promuovere una riflessione collettiva permanente sul territorio basata sulla conoscenza, sulla negoziazione e sulla valorizzazione delle memorie e delle identità locali, tanto degli abitanti “storici” che dei nuovi cittadini, quali gli immigrati. Questi ultimi sono presenti sul territorio con realtà importanti come l’associazione Liberi Nantes e, recentemente, un CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria).

I documenti prodotti sono e saranno alla base di iniziative di vario genere come la realizzazione di mostre, dibattiti, pubblicazioni, proposte di governance, ricerche, progetti con le scuole. Tra le iniziative recentemente realizzate, in collaborazione con Liberi Nantes e altre associazioni del territorio, l’organizzazione di una “passeggiata della memoria” a Pietralata in occasione del 25 Aprile 2017. Sono stati invitati alcuni cittadini del quartiere a raccontare luoghi e eventi storici legati al proprio vissuto lungo le tappe della camminata.

I passi successivi del progetto sono: 1) implementare l’archivio, realizzando nuove interviste e riversando tutto il materiale audiovisivo raccolto su una piattaforma archivistica condivisa, più idonea e più fruibile sia per gli operatori che per la cittadinanza; 2) aprire fisicamente lo “Sportello delle Memorie” presso il Bibliopoint della Scuola dell’I.C. Giorgio Perlasca di Pietralata alcuni giorni a settimana, invitando e motivando alla fruizione, cittadini del quartiere, studenti ed insegnanti della scuola stessa.

Lo SDM intende, inoltre, mettersi in rete con altre realtà romane che lavorano sulla memoria, sulla storia e gli archivi. In tal senso, è stata avviata una collaborazione con i ricercatori dell’“Archivio Memorie Migranti”, impegnati nella documentazione delle memorie “altre”, e antropologi culturali accademici per avviare una campagna di interviste sui migranti del territorio; sono stati anche presi contatti con l’Archivio di Stato di Roma.

La riflessione sul territorio stimolata dallo “Sportello delle Memorie”, assieme alla relativa conoscenza prodotta, potrà essere preziosa anche in vista degli importanti interventi urbanistici previsti (SDO, Print). Come insegnano le vicende contemporanee, è buona prassi che si intervenga sul territorio solo dopo aver preso in considerazione le voci dei suoi abitanti.

La parola chiave è “ascoltare”, concetto e pratica alla base di buone pratiche nell’ambito di una società complessa come quella contemporanea. Giovani e meno giovani, immigrati più o meno recenti, assieme alle tante diversità sociali e culturali che compongono il territorio urbano, possono trasformarsi da problema a risorsa nel momento in cui si sostituisce la conoscenza reciproca allo stereotipo.

Il plurale è d’obbligo: le memorie. L’archivio vuole diventare arena delle tante rappresentazioni che, in modo anche complesso e conflittuale, coesistono nel territorio.

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