E’ morto Totò Riina, il boss di Corleone (“il capo dei capi”) condannato a 26 ergastoli per le stragi di mafia. Lo vediamo deporre per la prima volta il 1 marzo 1993 nel processo per i delitti politici (l’assassinio di Michele Reina, Piersanti Mattarella e Pio La Torre). La Rai ha riproposto online la deposizione di Riina trasmessa da Un giorno in pretura, mentre nell’Archivio digitale Pio La Torre è possibile scorrerne la trascrizione (con tutte le dichiarazioni “io, Signor Presidente sono un lavoratore, non sono quello che si dice nei giorni […] Io sono il Tortora di Napoli”).
Tra le stragi ordinate da Riina quella di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e di tre uomini della sua scorta (Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani) il 23 maggio del 1992. La strage di Capaci fu il culmine da una lunga teoria di omicidi eccellenti alla risposta, violenta e brutale, della mafia ad uno Stato che, con difficoltà e diffuse resistenze, stava iniziando ad affrontare il fenomeno mafioso per capirne le cause e individuarne gli antidoti: per riflettere sul ruolo di Riina e della sua organizzazione nella nostra storia riproponiamo l’articolo scritto in occasione dell’anniversario della strage.
Oltre la cronaca: la morte di Riina