Break the Internet!

di 15 Dicembre 2017 0

Battle For The Net Video Bumper from FFTF on Vimeo.

Negli Stati Uniti la Federal Communications Commission (FCC), l’agenzia governativa che si occupa di vigilare sulle comunicazioni, ha approvato il regolamento che mette fine alla “net neutrality” (“neutralità della rete”), il principio secondo cui i fornitori di accesso a Internet (Internet Service Provider, ISP) non possono favorire certi contenuti su altri, rendendo per esempio più rapido l’accesso a un sito di notizie o di video rispetto a un altro.

Senza le regole in vigore fino a oggi,  scrivono tra l’altro il Sole 24 ore e il Post  gli ISP  potranno controllare il traffico online e condizionare i loro clienti privilegiando alcuni contenuti su altri, il flusso dei dati e dei file su internet sarà deciso dalla contrattazione tra i big dei contenuti e i big delle tlc, trasferendo ovviamente i costi sull’utente finale; gli ISP  potranno controllare il traffico online e condizionare i loro clienti privilegiando alcuni contenuti su altri. Con il risultato secondario, ma non per questo meno rilevante, di tarpare le ali all’innovazione sul web.

Per approfondire: l’analisi di Jacob Kastrenakes, The FCC just killed net neutrality, the Verge del 14 dicembre 2017

Dopo il voto della FCC il movimento Battle for the Net ha lanciato la campagna online Break The Internet per spingere il congresso ad adottare un Congressional Review Act che annulli il regolamento dell’agenzia governativa. Gli utenti sono quindi chiamati a mobilitarsi con tutti i canali disponibili per fare pressione sul Congresso: “the FCC just voted to end net neutrality—breaking the fundamental principle of the open Internet—but Congress can use the “Congressional Review Act” to overrule the FCC. To get them to do it, “Break the Internet” on your site, with your profile picture, on Twitter, Facebook, Snapchat, Instagram, LinkedIn, reddit, Tumblr, Youtube or in whatever wild creative way you can to get your audience to contact Congress. That’s how we win. Are you in?

L’Europa ci rassicura…