Da Bergamo le storie di una città che rinasce

In mostra 100 scatti conservati dall'Archivio fotografico Sestini
di 14 Luglio 2020 0
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Contadine in posa che leggono una lettera, Eugenio Goglio, 1890 e il 1899

Dal 22 maggio scorso il Museo delle Storie di Bergamo ha riaperto i battenti: quattro delle sei sedi della rete museale – la Rocca con il Museo dell’800, il Palazzo del Podestà con il Museo del ‘500, il Campanone e il Convento di San Francesco con il Museo della fotografia Sestini – sono stati riaperti al pubblico dopo mesi di chiusura detrminati dall’emergenza coronavirus.
Su L’Eco di Bergamo la direttrice scientifica del Museo, Roberta Frigeni, illustra le tante attività promosse per restituire il patrimonio monumentale alla città e ai visitatori. Tra le iniziative mai sospese – anche nel periodo di crisi maggiore  – sono da ricordare la campagna di valorizzazione/comunicazione dell’Archivio fotografico Sestini condotta sui canali social e la campagna di raccolta fondi, promossa assieme ad un nutrito gruppo di fotografi bergamaschi di nascita o di adozione, per finanziare la ricerca dell’Istituto Mario Negri, impegnato nell’emergenza sanitaria sul Covid-19 – il progetto si chiama www.unoscattoxlaricerca.org.

Ma torniamo alle parole della Direttrice che invita i cittadini ad aderire  alla manifestazione “Bergamo nel cuore #PHOTO con…” visitando la mostra ‘Bergamo nel Novecento’ : 100 scatti  di Fausto Asperti, Eugenio Goglio, Tito Terzi e dello Studio fotografico Da Re sono stati selezionati dall’archivio Sestini (che conserva e cataloga più di un milione di fotografie) per un’esposizione sulla città e il suo territorio. Ogni sabato di luglio Scilla Zanon, Cristiana Oldrati, Paolo Da Re e Adele Tavella Terzi, gli eredi dei fotografi che hanno fatto la storia della città, presentano (o hanno presentato) in incontri pubblici la storia degli autori e delle loro opere.
Le fotografie – spiega inoltre Frigeni – raccontano non solo la storia del territorio ma anche l’evoluzione tecnologica della fotografia: dalle lastre di Goglio fino alle diapositive di Terzi attraverso le pellicole di Da Re.


Eugenio Goglio, si legge nella presentazione sul sito dei fondi fotografici, è un ritrattista di volti e di scene corali, Tito Terzi racconta la montagna e i suoi uomini, lo studio di Sandro Da Re lavora soprattutto per imprenditori, industriali e commercianti, artisti, restauratori, architetti e collezionisti d’arte, Fausto Asperti  è stato tra l’altro il fotografo ufficiale de “L’Eco di Bergamo al 1957 al 1998 e documenta il corso della vita sociale, politica, culturale, religiosa e sportiva della Bergamasca, tra cronache quotidiane, trasformazioni urbanistiche e avvenimenti d’eccezione.


Del progetto di valorizzazione dell’Archivio fotografico Sestini – realizzato su xDams – ci aveva parlato su questo magazine Tiffany Pesenti, in questo articolo che vi proponiamo di ri-leggere per approfondire.

Abbiamo selezionato qualche fotografia dai fondi degli autori in mostra. Cominceremo da Eugenio Goglio (il nostro preferito), dalle sue lastre originali di vetro alla gelatina al bromuro d’argento che ritraggono, si legge nella presentazione del fondo, “le trasformazioni della Valle Brembana a cavallo tra ‘800 e ‘900: l’arrivo della ferrovia e delle prime auto, gli uomini in divisa in partenza per il fronte della prima guerra mondiale”; nei ritratti fotografici di singoli o di gruppi immortala “i riti della vita comunitaria di montagna, il mondo del lavoro, le differenze di ceto sociale e la vita quotidiana”. Interessante, aggiungiamo, la pratica della fotografia post-mortem, che accompagna la nascita della fotografia e che presto condifica pratiche e usi dell’ultimo ritratto.
Gli scatti di Fausto Asperti sono oltre 400.000 tra positivi e negativi su lastra e su pellicola, le diapositive a colori realizzate da Tito Terzi tra il 1972 e il 2009 sono ben 42.000, mentre i negativi su lastra di vetro e su pellicola frutto dell’attività dello Studio fotografico Da Re, molto attivo nell’ambito della fotografia d’industria e della documentazione di opere d’arte, sono 75.000.

Ed ora la parola alle immagini.

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Nell’immagine in evidenza in home page vediamo il Ritratto di due donne in Valle Brembana (1910-1920) di Eugenio Goglio.
Scorrendo la galleria si possono leggere le didascalie delle immagini con il “mouseover”. Le elenchiamo comunque di seguito qui sotto:
Ritratto della famiglia Mostacchi, Piazza Brembana (1910)
Ritratto di un gruppo in bicicletta, Piazza Brembana (1900-1924)
Ritratto di bambini con strumenti musicali, 1900-1910
Donne vestite da contadine con attrezzi da lavoro, 1920
La stampa de’ “L’Eco di Bergamo” (seconda metà del Novecento)
Atalanta Cagliari (1968)
Dipinto a tema sacro tra due finestre,  Bordogna, 2003
L’alpeggio de La Forcella a Piazzatorre 1998
Operai della ditta FERVET -Fabbricazione E Riparazione Vagoni E Tramway- di Bergamo (anni Sessanta-Settanta del Novecento)
Operai nei capannoni dello stabilimento SACE -Società Anonima Costruzioni Elettromeccaniche- di Bergamo (anni Sessanta-Settanta del Novecento)