Donne R-Esistenti a Roma

di 26 Maggio 2023 0

Giovedì 11 maggio, alla Casa della Memoria e della Storia è stata inaugurata la mostra multimedialeDonne R-esistenti a Roma”, nata grazie al lavoro che le volontarie ed i volontari del servizio civile universale hanno fatto a partire dai dati digitalizzati dell’archivio di ANPI Roma e organizzata insieme al Coordinamento donne ANPI Roma “Tina Costa”. Il progetto espositivo, che durerà sino al 7 giugno, si avvale di un nucleo di 10 pannelli che introducono la storia della resistenza antifascista, armata e civile e della guerriglia urbana a partire dall’occupazione nazifascista di Roma, focalizzandosi sul ruolo che le donne ebbero nella lotta per la liberazione della città, oltre a due video installazioni, curate da Milena Fiore. La mostra si pone l’obiettivo di decostruire “l’impostazione storiografica ufficiale che individua l’unica vera Resistenza in quella armata e quindi il maschio armato è colui che ha liberato l’Italia e ha fondato la Repubblica” e che, impropriamente, riconosce alle donne, anche partigiane, “un contributo debole”. Di pannello in pannello vediamo i volti di queste donne, giovani e non. Leggiamo i loro nomi, brevi biografie, il ruolo e le azioni che ciascuna ha compiuto durante i 271 giorni di occupazione nazifascista. Chi è stata incarcerata. Torturata. Chi è stata uccisa. Su due monitor posizionati in due punti diversi della piccola sala (il primo anticipa i pannelli, il secondo a chiusura del percorso) scorrono immagini scelte, pensate, giustapposte e ritmate creativamente da Milena Fiore che così parla del suo lavoro:

“La libertà di frammentare le immagini, di rovesciarle, di ritagliarle, di rallentarle, di fermarle, di sdoppiarle, di slegarle dal resto: l’idea è stata quella di un dialogo impossibile con una storia fantasma; di una metafora di una memoria frastagliata e sfuggente o persino di una perdita della memoria. A ispirare questa urgenza sono stati anche episodi reali accaduti a ridosso del 25 Aprile: dall’ennesima criminalizzazione dell’azione di via Rasella, al divieto di proiettare “Roma città aperta” da parte del sindaco di Marcon, alle nuove falsificazioni sulle Fosse Ardeatine.
 L’intento è stato quello di disegnare una sorta di tavola di Rorschach: Roma sdoppiata come una chiazza-farfalla, oggetti di una percezione onirica; una fuga, una deviazione visiva: le riprese dall’alto della città (materiale dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico) rappresentano una metafora di un viaggio astratto, che lo spettatore ricompone con i suoni delle voci delle partigiane, evocate in modo scomposto prima ma ricomposto poi in tutta la loro portata emozionale ed espressiva, ma anche piene di indizi e di dati reali, slegate dalle immagini originali per essere agganciate alla profondità acustica del racconto: il dramma della guerra e dell’occupazione nazifascista.
Un accostamento apparentemente incongruo ma che vuole segnare una congiunzione temporale e spaziale con lo spettatore: un collage della memoria, dove la rievocazione è volta alla ricerca della volontà di capire, di andare sul fondo, di cercare la verità di ciò che quelle donne sono realmente state.
Una storia collettiva ma anche una storia privata: la rinuncia e la lotta contro le convenzioni sociali che segnavano una condizione femminile da “angeli del focolare”: “la donna deve obbedire” dentro le mura della casa.
Questa visione è maturata a partire dall’esperienza del lavoro di ricerca condotto con Silvana Profeta e Regesta nella realizzazione del film “Senza rossetto” e del progetto corrispondente.
Nello spettatore tutto questo si traduce nel disagio della conoscenza di scelte personali, di adesioni sofferte nonostante fossero sentite collettivamente, di una costante paura dell’annientamento. Quasi a universalizzare la condizione femminile.
A dare sostanza ai contenuti è stata poi la ricchezza e la qualità dei materiali d’archivio di un film straordinario come “Roma occupata”, realizzato da Ansano Giannarelli nel 1984 e prodotto dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, dall’Istituto Romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza e dall’Istituto Luce.
Le immagini, provenienti anche da fonti tedesche, italiane, anglo-americane, restituiscono il clima di un’epoca ma anche uno sguardo ben preciso, che si ricompone all’interno della mostra con i suoni e le musiche di Nicola Alesini, proponendo una nuova lettura di quei fatti”.


L’autrice del promo pubblicato in questa pagina è Milena Fiore, le musiche sono di Faraualla.
Qui il link ai credits della mostra.