Il Gruppo Generali e la grafica pubblicitaria: una mostra a Milano e la nuova banca dati dei manifesti e dei calendari

di 24 Giugno 2022 0
Craig Redman/Karl Maier, Solutions for a better world

“This is tomorrow”  è il nome del progetto che Luca Massimo Barbero, storico dell’arte e Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, ha ideato per la compagnia assicurativa Generali, storico gruppo assicurativo nato a Trieste nel 1831, chiedendo  a sei giovani artisti internazionali di interpretare in modo visivo, attraverso la realizzazione di manifesti d’autore, il cambiamento nel segno della sostenibilità.
Le affiches sono state esposte a Milano, in Piazza Tre Torri,  su  una giostra cantastorie allestita nello spazio moderno del quartiere city life di Milano, in un dialogo  continuo tra passato e futuro, richiamato dall’alternarsi di manifesti contemporanei e manifesti di grafica pubblicitaria realizzata nei secoli scorsi, traOttocento e Novecento, dai grandi cartellonisti che collaborarono con le Assicurazioni Generali: da Marcello Dudovich a  Gino Boccasile, da Achille Beltrame a Gian Luciano Sormani.

Un progetto che affonda le radici nel patrimonio storico del Gruppo, protagonista delle iniziative avviate lo scorso anno per celebrare i 190 anni della Compagnia, e con essi il percorso della società verso la modernità e la difesa del benessere.
Regesta.exe ha partecipato con le sue competenze e la sua visione degli archivi alla transizione digitale dell’heritage aziendale, identificato come un luogo di produzione di valori e contenuti, unico e integrato: la descrizione e il racconto di questo patrimonio devono restituire il binomio indissolubile tra identità aziendale e memoria storica, parte quest’ultima, della memoria storica collettiva. Scegliendo l’uso di tecnologie aperte in un ecosistema digitale fondato su relazioni tra dati e sistemi culturali, regesta condivide con il Gruppo la stessa prospettiva verso la sostenibilità.

La storia di Generali è raccontata dalle carte dei verbali, dagli Statuti e dai Bilanci della Compagnia, ma anche dalle tracce dell’impiegato Kafka presso l’agenzia di Praga,  dalle campagne pubblicitarie dei manifesti a quelle dei calendari di cui vediamo alcuni esemplari sulla giostra o dalle targhe  incendi che vediamo ancora esposte sui palazzi. Placche affisse sui muri,  in un’epoca in cui i vigili del fuoco erano un corpo privato e che ricordavano ai passanti distratti che, in caso di incendio quegli edifici preveggenti erano coperti da un’assicurazione…

Il progetto: focus sui contenuti digitali

Tutto questo e molto altro racconta il portale dell’heritage aziendale incorporato nel sito del Gruppo, per un accesso immediato e una fruizione universale al patrimonio.  
Le banche dati archivistiche sono state importate nella piattaforma xDams e descrivono, secondo standard specifici, le diverse tipologie di beni (documenti, libri, manifesti, opere d’arte, etc) del patrimonio culturale di Assicurazioni Generali, di Ina Assitalia e Toro Assicurazioni, società entrate in anni recenti nel Gruppo Generali.
Accedendo alla banca dati si possono navigare i fondi, con la struttura archivistica e le relative descrizioni, e visualizzare contestualmente le riproduzioni digitali di documenti, disponibili attraverso la digital library basata sullo standard internazionale IIIF, integrata nella piattaforma.

Breve storia di Generali: alle origini

Fondata a Trieste il 26 dicembre 1831, su iniziativa di Giuseppe Lazzaro Morpurgo, assicuratore di grande esperienza, la compagnia “Assicurazioni Generali Austro-Italiche” nasce nell’Impero asburgico con l’obiettivo di operare in tutti i rami assicurativi e non solo sui trasporti come le compagnie preesistenti nate intorno all’attività portuale di Trieste. A Venezia viene istituita la Direzione Veneta per la gestione delle operazioni nel Lombardo-Veneto e nel resto della penisola. L’espansione nel corso del primo decennio è rapida: agenzie vengono aperte in tutti gli stati italiani, nei maggiori centri dell ’Impero, da Vienna a Praga e Pest, e nei principali porti d’Europa, a cominciare da Bordeaux e Marsiglia.
Si cominciano ad avvertire le ostilità da parte dei diversi governi della Penisola nei confronti delle compagnie “straniere” e  la compagnia rafforza la propria organizzazione negli stati tedeschi.
Scoppia il ’48 e i patrioti insultano e abbattono le insegne con l’aquila imperale della compagnia: la Direzione decide il mutamento del nome eliminando il riferimento all’Austria. Nasce così la compagnia “Assicurazioni Generali” che a breve sostituirà nello stemma anche l’aquila bicipite con il leone di san Marco.

Assicurazioni Generali Venezia, calendario di Marcello Dudovich, 1931

Gli archivi online

L’Archivio Storico Assicurazioni Generali
Tra i fondi disponibili on line una piccola raccolta di targhe Generali, italiane ed europee, descritte nella banca dati e corredate da riproduzioni. Attraverso la serie Statuti del fondo Presidenza e organi sociali è possibile  ricostruire i principali cambiamenti della struttura organizzativa e della rappresentanza sociale nel corso degli anni, mentre la serie dei  bilanci consente  l’analisi e lo studio dell’andamento e dello sviluppo della società.

A titolo esemplificativo si consulti qui lo statuto fondativo del 1831, riprodotto digitalmente nella libreria IIIF rilasciato con licenza CC BY-NC-ND 2.0 (puoi condividere ma devi attribuire la paternità della fonte, non puoi usare l’opera a fini commerciali, né modificarla)

L’Archivio Storico INA Assitalia
Tra i fondi pubblicati si segnalano il Fondo della rappresentanza INA per le colonie e per l’estero per lo studio dell’economia, della politica e della società italiana ed europea fra le due guerre mondiali, le riviste pubblicate da istituzioni parallele all’INA: Famiglia Nostra del Dopolavoro dell’Istituto e La Buona Semente del Comitato lombardo per le assicurazioni popolari. Senza dimenticare pubblicazioni medico-sanitarie o il fondo Alberto Beneduce, consigliere delegato dell’INA, futuro presidente dell’IRI dal 1933.

La mostra e la nuova banca dati dei manifesti

I manifesti rappresentano uno dei simboli di Generali, che all’inizio della sua storia ha cominciato a raccontare cosa faceva attraverso i manifesti. Una forte centralità dell’immagine e della capacità dell’immagine di colpire e di rendere in modo efficace il concetto e il bisogno da soddisfare. Anche nei nostri archivi a Trieste l’iconografia che c’è sul mondo delle assicurazioni è straordinario: tutta la resa, attraverso immagini e disegni, delle statistiche che venivano registrate in maniera assolutamente artigianale dal punto di vista della frequenza delle precipitazioni, dei fenomeni atmosferici, per poi poter concepire prodotti a protezione delle coltivazioni, ad esempio”. Simone Bemporad, Direttore della Comunicazione e degli Affari Istituzionali di Generali, ha recentemente sottolineato la centralità della comunicazione visiva nell’heritage di Generali presentando aprendo la mostra This is tomorrow
La “Data visualization” – la comunicazione e il racconto di dati e informazioni in modo visivo –  che ha preso piede in questi anni in molte redazioni giornalistiche, ha anche nelle tavole e nei manifesti conservati negli archivi Generali una sua lontana origine (si legga l’approfondimento in uno dei percorsi pubblicati nel sito dell’archivio digitale). Ora non resta che navigare tra le 106 opere d’arte descritte e pubblicate online nell’archivio digitale dei manifesti d’autore. Tutte scaricabili gratuitamente. Dalla campagna assicurativa contro gli incendi delle granaglie in covoni (Dudovich) alla pubblicità della copertura contro i danni causati dalla grandine (con tanto di Balilla nel manifesto) di Boccasile, nel 1936.


La mostra “This is tomorrow” è allestita in Piazza Tre Torri a Milano ed è visitabile fino al 14 luglio 2022
Per approfondire la storia del Gruppo si può scaricare qui la pubblicazione Il tempo del Leone; gran parte delle informazioni sono tratte dal portale di consultazione all’indirizzo heritage.generali.com.
Il Piccolo di Trieste ha visitato l’archivio fisico: qui per visionare una clip.