Abbiamo fatto un viaggio

Con Andrea Camilleri, grazie all’editore Henry Beyle e all’archivio di famiglia
di 22 Settembre 2022 0
Mariolina e Andreina Camilleri presentano il libro nella sede di via Filippo Corridoni

“Il testo della commedia non era bello, era il primo lavoro di un grosso romanziere che non sa però cosa sia teatro: i suoi personaggi non erano di carne ed ossa, erano delle belle frasi. Riportarle al concreto, farle vivere, respirare ed uccidersi è stato il mio merito maggiore: perché al pubblico non interessa nulla che un attore dica ti amo con belle e raffinate parole, gli interessa che l’attore soffra e dica quelle parole con verità e ci creda lui stesso e faccia sì che anche gli altri ci credano”.

Sono trascorsi 5 giorni dalla messa in scena dell’opera di Raoul Maria De Angelis, Abbiamo fatto un viaggio, al Teatro Pirandello di Roma e Andrea Camilleri rivendica con orgoglio il suo esordio ufficiale come regista teatrale.  Siamo nel giugno del 1953 e il ventottenne scrittore,  emigrato nella capitale da Porto Empedocle nel 1949, scrive ai genitori, raccontando per filo e per segno la rocambolesca messa in scena, le difficoltà economiche di un mestiere difficile, le rivalità dell’ambiente…

Il 6 settembre ricorreva l’anniversario della nascita e  la famiglia – le figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina–  ha voluto far conoscere una delle circa 200 lettere scritte dal giovane Camilleri ai genitori “confidenti”, conservate in archivio assieme a copioni teatrali, sceneggiature, foto di sala e di scena, rassegne stampa. La lettera, trascritta integralmente e accompagnata dalla locandina, dalla riproduzione del copione, da una  fotografia di scena dello spettacolo – 4 immagini applicate a mano si legge nella copertina  –  è pubblicata in un piccolo volume da Vincenzo Campo, animatore della raffinata casa editrice Henry Beyle. Carta pregiata, eleganti caratteri ideati dal tipografo editore inglese John Baskerville , per un libro a tiratura limitata, da rigirare tra le mani, sfogliare e guardare, con il gusto per un oggetto artigianale raro, da conservare con cura e verso cui tornare con nostalgia.

font Baskerville

Il filo rosso della memoria ha attraversato i racconti di Vincenzo CampoPatrizia Severi, curatrice dell’archivio dello scrittore, e Antonio Manzini, allievo di Camilleri,  nei locali di Via Corridoni del quartiere Prati, scelti dalla famiglia per custodire e far conoscere il Fondo Camilleri e per organizzare la presentazione del volume. “Abbiamo fatto un viaggio”  è un’incursione nel mondo di un giovane scrittore meridionale affamato di futuro, alla ricerca del proprio destino letterario e artistico e di un ambiente intellettuale stimolante. Il suo universo si popola presto di protagonisti del mondo del teatro – in primis il “maestro” Orazio Costa che “dirotta” il cervello di Camilleri sul teatro, come racconterà in una bella intervista a Carlo Romeo – della letteratura, del cinema, della cultura in generale, degli anni Cinquanta e Sessanta.


Patrizia Severi ha dato voce a quel mondo “variegato, complesso” di relazioni intellettuali e amicizie di cui Camilleri entra a far parte  e che diventa visibile proprio grazie all’archivio, alle tracce di memoria impresse nei fascicoli (d’altra parte l’esistenza è memoria, diceva lo scrittore). Un archivio che consente di ricostruire e far conoscere l’intera biografia intellettuale di Camilleri – e con essa anche la storia della produzione teatrale della radio e della tv pubblica – dal percorso formativo, all’approdo nella Rai degli anni Cinquanta, dall’attività di direttore della produzione teatrale a quella di regista radiofonico e televisivo. Una memoria – quella preservata dall’archivio, storica – preziosa, che va in profondità, restituisce ricchezza e complessità ad un profilo troppo spesso schiacciato dal presente divoratore e ingordo dei programmi televisivi di successo.
Il volume pubblicato trae origine proprio da quella lettera e dal fascicolo della regia teatrale di Abbiamo fatto un viaggio che, ha spiegato Severi, è un modello conservativo generale utilizzato da Camilleri per ordinare di volta in volta la sua attività artistica: le regie degli spettacoli sono raccolte  in fascicoli, contenenti copioni, locandine, fotografie di scena, corrispondenza con scenografi, impresari, attori, rassegna stampa.

Il volume Abbiamo fatto un viaggio edito da Henry Beyle

Vincenzo Campo si è soffermato tra l’altro sulla personificazione mitologica della memoria nella cultura greca per introdurre il suo incontro fecondo con Camilleri. Entrambi siciliani,  legati da comuni luoghi della memoria, hanno condiviso anche il ricordo delle strade teatro di giochi per l’infanzia, che Camilleri fece rivivere nel volume  Piccola Enciclopedia di giochi per l’infanzia pubblicato da Henry Beyle nella collana Opere brevi.

Antonio Manzini, allievo di Camilleri, ha ricordato episodi dal sapore aneddotico sul “dietro le quinte” delle prove in teatro con lo scrittore. 


La registrazione completa dell’incontro è nel canale You Tube aperto dal Fondo Andrea Camilleri (link)
Il ritratto in evidenza del giovane Camilleri è tratto dalla pagina Facebook del Fondo