29 aprile 1955: l’elezione di Giovanni Gronchi

di 30 Aprile 2021 0

“Sono contento però del modo con cui questa investitura mi è  venuta, voglio dire della quasi  unanimità, che mi rende  indipendente da ogni partito e fazione (…) di essere il Capo dello Stato  davvero, e non il fiduciario di una parte “. Così Giovanni Gronchi, intervistato da Indro Montanelli sul Corriere della Sera, commentava la sua elezione alla Presidenza della Repubblica.

L’elezione di Giovanni Gronchi alla Presidenza della Repubblica, proclamata alle 17.25 del 29 aprile di 66 anni fa, non era avvenuta in modo indolore: il Segretario della DC  Fanfani aveva puntato,  assieme al Presidente del Consiglio  in carica Mario Scelba, su Cesare Merzagora, indipendente Dc e Presidente del Senato.

Per evitare una spaccatura irreparabile nel partito aveva dato infine, al quarto scrutunio, il suo assenso al candidato Gronchi, Presidente della Camera, appoggiato anche dalla sinistra del parlamento, socialisti e comunisti.

La cronaca della votazione, firmata da Luigi Barzini junior, si soffermava sulla concorrenza tra le due cariche dello Stato: “tutti ricorderanno i due  seduti accanto, uno rossastro in volto e castano, di capelli, col volto quasi sereno per aver  perso bene, e l’altro dal viso  impenetrabile, gli occhiali tersi, i capelli di seta bianca,  accudire allo stesso compito, da buoni colleghi. Raramente,  nella storia, capita questo, che due candidati assistano alla  seduta che deve dare la vittoria a uno dei due; più raramente ancora che uno di essi debba, per legge, presiederla”.  Gronchi lesse le schede durante lo spoglio senza far trasparire alcuna emozione, almeno fino al termine dello scrutinio, quando, con una schiacciante maggioranza, fu eletto: 658 voti su 833

“Sono contento però del modo con cui questa investitura mi è  venuta, voglio dire della quasi  unanimità, che mi rende  indipendente da ogni partito e fazione”

Nato a Pontedera nel 1887,  sindacalista cattolico, esponente del cattolicesimo democratico fu tra i fondatori del Partito popolare;  ministro per pochi mesi nel governo di Mussolini del ’22, antifascista Aventiniano,  protagonista nella nascita della Repubblica sin dalla Costituente,  Gronchi – per Piero Gobetti un “giacobino bianco” con il “culto per lo spirito di contraddizione” commentava Alberto Ceretto nel Corriere d’informazione – fu il primo ad essere eletto Presidente sotto lo sguardo delle cineprese della televisione pubblica. La RAI aveva iniziato a trasmettere da poco (il 3 gennaio 1954) e si apprestava a rivoluzionare il tempo libero degli italiani: qualche mese dopo, nel novembre, sarebbe nato il popolarissimo programma condotto da Mike Bongiorno Lascia o raddoppia.  La INCOM  – la società cinematografica di Sandro Pallavicini  produttrice dei cinegiornali dal secondo dopoguerra – raccontò in uno speciale di approfondimento l’elezione del Capo dello Stato: il servizio di 7 minuti citava le riprese della Rai, mostrava il dietro le quinte della tramissione a Montecitorio, scandiva i momenti dello scrutinio espungendo dal racconto le fasi conflittuali,  avvicinava lo spettatore all’uomo politico con un ritratto familiare del Presidente. La vita privata del Capo dello Stato era raccontata attraverso l’abitazione privata in via Carlo Fea di “quattro camere” e l’incontro con la moglie Carla, i due figli Mario di 13 anni e Maria Cecilia di 11 anni. Il Presidente, da padre della nazione, rilasciava poi ai microfoni della Incom una dichiarazione invitando tutti gli italiani a svolgere un tema: “amare l’Italia”.

Un anno più tardi Ubaldo Magnaghi – un documentarista milanese attivo tra gli anni ’30 e gli anni ’60  autore di molti documentari LUCE e INCOM – racconterà in un documentario (Signor Presidente) l’attività di Gronchi al Quirinale soffermandosi ancora una volta su papà Gronchi impegnato ad azionare l’impianto ferroviario descritto nell’articolo di Ceretto ( l’impianto era stato allestito nell’appartamento presidenziale di Montecitorio e Gronchi azionava la minuscola rete ferroviaria mandando in visibilio i suoi ragazzi…)

Un frame del documentario Incom “Signor Presidente”

Nell’intervento svolto in occasione della cerimonia di commemorazione del 40° anniversario della morte di Gronchi il  Capo dello Stato Sergio Mattarella ha ricordato il messaggio rivolto alle Camere dal Presidente Gronchi l’11 maggio del 1955 in occasione del giuramento (consultabile integralmente qui nel portale dell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica) sottolineando la centralità  del tema della partecipazione dei ceti popolari alla vita democratica del Paese nella costruzione del discorso.

L’attesa che circonda l’inizio del mio mandato” – diceva il Presidente eletto – “deriva dalla persuasione, chiara in tutti, che occorre affrontare la nuova fase del nostro cammino con misurato ardimento e con adeguata visione dei fatti“; Gronchi faceva riferimento alla partecipazione del mondo del lavoro ed in particolare alle “masse lavoratrici e ai ceti medi che il suffragio universale ha condotto sino alle soglie dell’edificio dello Stato senza introdurle effettivamente  dove si esercita la direzione politica di questo”. Il discorso fu interrotto più volte dagli applausi dell’aula. Il documento audiovisivo è visionabile nel programma di Filippo Ceccarelli Buonasera Presidente, dedicato ai Presidenti della Repubblica. In una riflessione sulle fonti storiche di qualità disponibili e accessibili non si può non notare, per inciso, come questa  registrazione  –  conservata dalla Rai –   continui incredibilmente  a non essere accessibile online integralmente e liberamente ai cittadini,  come  documentazione di interesse pubblico.

Affrontare il nuovo’, era la sfida che il Presidente Gronchi si apprestava a raccogliere, sulla spinta di una crescita che avrebbe accompagnato il settennato della sua presidenza (il cosiddetto boom dell’economia”): così il Presidente Mattarella, nell’intervento citato, sottolineava la nuova fase che si sarebbe aperta lasciando alle spalle il decennio della Ricostruzione e le macerie della guerra per intraprendere un percorso di modernizzazione economica, sociale, culturale. 

Il convolgimento delle classi popolari nello Stato, tema caro al cattolico democratico Gronchi,  era un tema già presente nel discorso  pronunciato, da Presidente della Camera, in occasione del decennale della Resistenza nella seduta del 22 aprile 1955, parlando di lotta di Liberazione come secondo Risorgimento e moto profondamente popolare. Una lotta come quella della Liberazione, aveva detto Gronchi “continuando il solco impresso nella feconda generosa terra della nostra compagine nazionale dal primo risor-gimento, fu un moto popolare nel senso più largo ed effettivo della parola”; e ancora: “La Resistenza può fare un appello unitario soltanto per uno sforzo concorde verso forme, istituti, costumi di democrazia sostanziale che si fondino sulla Iibertà e sulla giustizia, sole condizioni di convivenza ordinata dei ceti sociali”. Il discorso fu così apprezzato che i  parlamentari approvarono per acclamazione la proposta avanzata dal socialista Chiaramello di affiggere in tutte le città, in tutti i comuni, in ttti i villaggi d’Italia il “nobile discroso pronunciato dal nostro Presidente”.

Visita di Stato di Elisabetta II e Filippo di Edimburgo, 2-5 maggio 1961, Archivio fotografico ASPR

Dinamismo, interventismo istituzionale, sul piano nazionale ed internazionale,  presenzialismo nella comunicazione: sono questi alcuni dei tratti distintivi e innovativi, anche rispetto al suo predecessore Luigi Einaudi, della Presidenza Gronchi.  Grazie all’Archivio storico della Presidenza della Repubblica è possibile seguire il calendario degli impegni pubblici dei Presidenti che si sono succeduti al Colle e stimare anche quantitativamente la frequenza delle udienze, dei viaggi, in Italia e all’estero,  degli incontri.  
Recentemente il portale ha inoltre pubblicato una nuova sezione in cui far emergere, per ciascun Presidente, la documentazione consultabile in rete integrando tutte le risorse disponibili: vi sono gli accessi al portale storico della Camera dei deputati, al Senato, al mondo  Treccani (enciclopedia e dizionario biografico), a tutti i documenti audiovisivi e fotografici posseduti dall’Archivio storico Luce, per ciascun Presidente. La sezione è arricchita da collegamenti ad articoli multimediali e a  database navigabili semanticamente.

Scambio di saluti tra Gronchi e Kruscev, 11.02.1960, Archivio fotografico ASPR

Un ultimo aspetto, assai interessante, su cui è possibile soffermarsi grazie alla preziosa documentazione disponibile, è quello dell’interventismo del Presidente in politica estera, il neo-atlantismo di Gronchi, con la ricerca di un nuovo ruolo, autonomo, per l’Italia nello scenario internazionale,  promotrice della distensione e della coesistenza pacifica.
Tra le pagine dei “discorsi e messaggi” si possono leggere le parole indirizzate a Kruscev, a Voroscilov, al pubblico della televisione sovietica,  nel corso dello storico  viaggio a Mosca del febbraio 1960 (documentato anche dalla Settimana Incom):  vi è la ricerca di un terreno comune, con tono dialogante e distensivo verso una Russia che il Presidente vuol vedere più Europea che asiatica; vi è infine il racconto, con tanto di numeri, cifre, dei progressi compiuti dalla società e dall’economia italiana grazie anche all’iniziativa dell’impresa pubblica (ENI, IRI) e ad una collaborazione proficua tra pubblico e privato.


Fonti

  • Il Nuovo Corriere della Sera, 30 aprile 1955
    • Indro Montanelli, Incontri. Gronchi
    • Luigi Barzini junior, La proclamazione a Montecitorio
  • Corriere d’informazione, Alberto Ceretto, Gobetti lo chiamò “Il giacobino bianco” 29-30 aprile 1955
  • Archivio storico Istituto Luce Cinecittà
    • La Settimana Incom n. 1243, “Elezione a larga maggioranza di Giovanni Gronchi a Presidente della Repubblica”, 03.05.1955
    • Documentario Incom “Signor Presidente” di Ubaldo Magnaghi, 1955
    • La Settimana Incom n. 1879, Gronchi in visita ufficiale a Mosca
  • Portale dell’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica (ASPR)
  • Portale storico della Camera dei Deputati: seduta pomeridiana del 22 aprile 1955
  • Raiplay Buonasera Presidente, Giovanni Gronchi, Antonio Segni, Giuseppe Saragat, Docufiction di Rai Storia con Filippo Ceccarelli

Si segnalano inoltre: la registrazione video su Radio Radicale della commemorazione del 40° anniversario della morte del Presidente Gronchi (18.10.2018) alla presenza di Sergio Mattarella con un interessante intervento dello storico Federico Mazzeo e il contributo dello storico Alessandro Giacone sul settennato di Giovanni Gronchi pubblicato sul sito del Senato.