Equal pay?

di 3 Novembre 2015 0

Dal 2 novembre le lavoratrici europee lavorano gratis, mentre i colleghi uomini continueranno a percepire stipendi fino al 31 dicembre.

Non è una boutade ma un calcolo della Commissione europea che ha studiato gli stipendi orari medi nei Paesi dell’Unione (qui il link alla videografica realizzata per illustrare il gender pay gap): la differenza tra le retribuzioni delle donne e degli uomini – leggiamo nel sito del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri – è del 16,3%. 59 giorni “gratis” quindi. E in quasi dieci anni, dal 2006, i miglioramenti sono stati minimi rispetto al 17,7% di allora. Per l’Italia il ‘gap’ di salario è molto più basso della media europea, fermandosi al 7,3%…

Tra i motivi di questa differenza, secondo l’Unione europea, c’è il fatto che le posizioni manageriali sono occupate soprattutto da uomini, che quindi godono di maggiori promozioni e paghe migliori. Solo il 3% degli amministratori delegati è donna. Inoltre, le donne impiegano più tempo in attività non retribuite come la cura della casa, dei bambini e degli anziani, sottraendo tempo al lavoro, e sono quindi quelle che tendono maggiormente a interrompere la propria carriera, con un impatto significativo sulla loro vita lavorativa futura.

“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”, articolo 37 della Costituzione repubblicana

Nel video del giorno “Essere donne”, lo sguardo della regista Cecilia Mangini sul mondo femminile negli anni Sessanta ( il lungometraggio è del 1964) in una delle prime indagini cinematografiche realizzate sulla condizione – economica, sociale, di identità – delle donne in Italia. Uno sguardo ben diverso da quello paternalistico che la produzione cine-giornalistica della Incom aveva riservato alle protagoniste femminili della società italiana nel Numero unico dedicato nel 1958 alle attività delle donne italiane.


Tra le prime iniziative parlamentari sulla parità retributiva della Repubblica italiana si segnala il  progetto di legge (consultabile liberamente grazie al portale storico della Camera dei deputati) presentato il 5 maggio 1952 da Teresa Noce – primo firmatario – e, tra gli altri, da Giuseppe Di Vittorio, “Applicazione della parità di diritti e della parità delle retribuzioni per un pari lavoro”, parità sancita dall’articolo 37 della nostra Costituzione.