1946: Perché le donne andarono tutte a votare?

Il nostro 8 marzo con gli studi sulle elettrici del ’46 e sulla costruzione di un immaginario femminile dello spazio pubblico
di 8 Marzo 2017 0

Era la prima volta che potevano fare una cosa senza l’autorizzazione del marito… lo facevano magari a dispetto di quello che sapevano che avrebbe fatto il marito. Era una rivalsa di genere! Un trionfo di una femminilità che acquistava il senso del potere, che era un potere non simbolico, era un potere dei numeri! e che in quel momento in democrazia erano i numeri che contavano…erano loro a decidere cosa sarebbe successo”: l’arguta voce di Fausta Monelli, votante nelle elezioni per la Costituente e nel referendum tra Monarchia o Repubblica è risuonata, assieme a quella delle altre compagne di avventura del secondo dopoguerra, nelle videointerviste di “Senza Rossetto”, il cortometraggio di Emanuela Mazzina e Silvana Profeta proiettato ieri a Palazzo Sant’Andrea,  al Quirinale, per storiche, dirigenti delle associazioni femminili UDI, CIF, DUNE, ARCHIVIA, invitate dalla Sovrintendente dell’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica Marina Giannetto a parlare di “Donne costituenti”.

“Era la prima volta che potevano fare una cosa senza l’autorizzazione del marito… lo facevano magari a dispetto di quello che sapevano che avrebbe fatto il marito. Era una rivalsa di genere! Un trionfo di una femminilità che acquistava il senso del potere”: Fausta Monelli, per Senza Rossetto

Il convegno è stato anche l’occasione per la presentazione di una mostra filatelica curata da Poste italiane “La rappresentazione della Donna nei francobolli della Repubblica italiana” ed ha previsto una tavola rotonda coordinata da Mariolina Sattanino, responsabile di Rai Quirinale.

 

La tavola rotonda, coordinata da Mariolina Sattanino

Dopo l’introduzione di Marina Giannetto, Simonetta Soldani ha tracciato a grandi linee la storia di generazioni di donne tra l’Ottocento e la Repubblica il bisogno di cittadinanza maturato dalla generazione delle donne degli anni Sessanta nasceva dalla generosità delle elettrici del ’46, che deposero la scheda nell’urna pensando alla costruzione di un futuro diverso per le proprie figlie; Maurizio Ridolfi – unico storico dell’altro sesso – ha parlato delle donne nella vita pubblica, del contesto politico-culturale e istituzionale e sottolineato il passaggio, negli studi, dalla storia delle donne  alla storia di genere; Maria Teresa Morelli ha confrontato l’esperienza delle donne elette all’Assemblea Costituente in Italia e in Francia, Cecilia Dau Novelli si è soffermata sulle elettrici della Democrazia Cristiana, sulla svolta nel mondo cattolico rappresentato dall’assenso al voto femminile dato da Pio XII nel ’45; Patrizia Gabrielli si è occupata di elettrici ed elette nella sinistra, dell’attività di vera e propria pedagogia politica promossa dall’UDI, del ruolo della satira nella stampa dell’epoca spesso protagonista di “una campagna di diffamazione” verso il suffragio alle donne, rappresentate con sembianze e modi mascolini.

Nelle immagini e nelle voci delle donne di Senza Rossetto – il video vincitore del premio Anna Magnani –  i dati d’archivio, le ricostruzioni storiche della mattina hanno preso vita, restituendo concretezza e materialità ai sentimenti e alle emozioni, legate al senso non solo politico, ma esistenziale che le donne attribuirono al diritto di voto. Perché, come ha scritto una delle autrici del progetto, Silvana Profeta, “in  questo  necessario ancoraggio delle testimonianze personali ad un quadro storiografico e documentale consolidato risiede la chiave di volta per dare significato alle singole voci e a tutte quelle tracce minute (fotografie, lettere, diari), che quelle esperienze servono a completare”.


In alto il ritratto di Riccarda Molinario, nata a Roma il 18 dicembre 1921, una delle voci di Senza Rossetto.

 

Qualche link per essere aggiornati sul progetto e vedere le videointerviste realizzate di volta in volta dalle autrici in giro per il Paese…

Il sito di Senza Rossetto
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