Collaborazione, condivisione e crescita: alcune considerazioni sul LODLAM SUMMIT 2017

di 13 Luglio 2017 0

Il LODLAM summit 2017, giunto ormai alla sua quarta edizione, ha rappresentato un importante momento di confronto sui temi del digital cultural heritage, svolgendosi secondo la modalità dell’open space technology.

Tanti sono stati i temi affrontati durante il summit e qui  è possibile leggere di cosa si è parlato: si tratta di appunti presi “in diretta” da notetakers volontari che hanno permesso così di seguire lo svolgimento dei lavori anche da remoto da parte di tutta la comunità LOD.

Ma veniamo ad alcuni degli argomenti trattati. Wikidata, la open knowledge base ospitata dalla Wikimedia Foundation,  è stata protagonista di ben tre sessioni che hanno avuto lo scopo di approfondire diversi aspetti quali l’alignment di dati di progetti già realizzati, le differenze e i punti di contatto tra la stessa Wikidata e DBpedia e le modalità per la creazione di proprietà davvero efficaci: la knowledge base offre infatti la possibilità di creare delle nuove proprietà, da parte di utenti in possesso delle dovute competenze tecniche, che devono necessariamente essere discusse e ottenere l’approvazione su Wikidata:Property proposal.

Simon Cobb, @NLWales wikidata visiting scholar pitching a second Wikidata session at #lodlam17, dal tweet di Jason Evans (“facilitator” della sessione)

Altra session di grande interesse è stata quella relativa a Schema.org, il vocabolario nato con l’ambizione di riuscire a descrivere qualsiasi tipo di risorsa, il cui utilizzo per la rappresentazione del patrimonio culturale si sta diffondendo sempre più, imponendosi come uno strumento finalizzato all’aumento della visibilità dei dati e della loro discoverability sul Web. Si è scesi successivamente nello specifico con una session dedicata all’estensione di Schema.org pensata per il mondo degli archivi, Schema.org for Archives, che sta suscitando un non trascurabile dibattito nel settore.

LODLAM summit si conferma dunque come un irrinunciabile momento di scambio dal respiro internazionale, due giorni intensi in cui è possibile confrontarsi con altre persone animate dalla stessa passione, porre quesiti, trovare soluzioni a problemi irrisolti, trarre nuovi spunti e gettare basi per collaborazioni future e progetti condivisi in un clima di stimolante e aperta cooperazione

Anche la necessità di associare ai datasets un’accurata e completa documentazione  è stata un’esigenza fortemente avvertita e discussa dai delegati che si sono confrontati sugli strumenti a disposizione e sugli standard esistenti per descrivere data models, datasets e ontologie, quali VOID , DCAT, ADMS  e VOAF. La sfida, in questo contesto, è quella di trovare delle soluzioni efficaci per mantenere la documentazione costantemente aggiornata così da poter verificare l’effettiva provenienza dei dati e il loro grado di affidabilità. Non a caso si è affrontato il tema della presa di responsabilità da parte delle organizzazioni nei confronti dei propri dati, evidenziando aspetti quali l’assoluta necessità di dotare le proprie risorse di ID permanenti.

E ancora, si è parlato di CIDOC-CRM, lo standard ampiamente utilizzato a livello internazionale che fornisce il modello concettuale di riferimento per descrivere concetti e relazioni che interessano i dati relativi al patrimonio culturale. CIDOC-CRM è sempre un argomento che suscita un intenso scambio e i delegati si sono confrontati sulle estensioni del modello concettuale e sull’analisi di alcuni dei progetti che utilizzano l’ontologia.

Si è discusso animatamente circa le modalità più efficaci per facilitare la diffusione della conoscenza dei LOD, avanzando proposte per la creazione di strumenti user friendly, quali interfacce SPARQL più semplici, intuitive e vicine agli utenti e delle grandi possibilità offerte dai Linked Open Data nel mondo della ricerca, auspicando inoltre la creazione di strumenti per accrescere il riutilizzo dei dati, l’automatizzazione dell’arricchimento dei datasets e le possibili soluzioni per renderne più semplice mantenimento e aggiornamento nel corso del tempo.

La centralità dell’utente e la diffusione della conoscenza attraverso i LOD sono stati argomenti spesso al centro del dibattito: è stata proposta una session  relativa alla presentazione di LD4PE, The Linked Data for Professional Educators project, un portale nato per raccogliere e diffondere gli “strumenti del mestiere”, ausilio nella formazione delle competenze per lavorare, o anche solo per capire come muoversi e orientarsi, nel settore LOD.

La progettazione dei futuri incontri LODLAM è stato il tema della session che ha visto i delegati confrontarsi su idee e suggestioni per la predisposizione di momenti intermedi di incontro tra un summit e l’altro, anche sotto forma di virtual meetings, di cui sempre più si sente la necessità. I delegati hanno rinnovato infatti il loro apprezzamento per la formula dell’unconference con l’auspicio di riuscire a bilanciare in maniera ancora più ottimale la distribuzione delle sessioni di discussione.

Oltre al dibattito sui pitches proposti, durante il summit si è svolto un altro momento di grande rilievo per i professionisti del settore, la presentazione dei progetti dei cinque finalisti che avevano superato la precedente fase di selezione, tra ben venti proposte in gara: Dive+  e WarSampo si sono aggiudicati rispettivamente il Grand Prize e l’Open Data Prize messi a disposizione dagli sponsor.

Dive+: explorative search for digital humanities è un browser evento-centrico che mira a fornire un accesso integrato e interattivo agli oggetti multimediali, frutto del lavoro interdisciplinare tra computer scientists e professionisti del cultural heritage. Il progetto olandese fornisce un supporto nell’esplorazione delle collezioni digitali attraverso l’uso di vocabolari linked open data che pongono l’accento su concetti, persone, luoghi ed eventi associati a determinati oggetti digitali, distinguendosi come strumento di ausilio nella fase preliminare ad ogni progetto di ricerca, ossia quella di esplorazione dei dati.

WarSampo è un progetto finlandese che raccoglie dati eterogenei sulla Seconda Guerra Mondiale. Lo scopo che anima questo lavoro, dichiara il team di ricerca, è la volontà di rendere i dati fruibili da parte della collettività promuovendo la pace attraverso una consapevole attività di apprendimento. WarSampo si articola in un Linked Open Data service, che conta più di 9 milioni di triple, e su un semantic portal, basato sul data service stesso. I vari datasets sono stati armonizzati utilizzando un modello basato sugli eventi, arricchendo i dati con collegamenti a risorse esterne.

Il LODLAM summit si conferma dunque come un irrinunciabile momento di scambio dal respiro internazionale, due giorni intensi in cui è possibile confrontarsi con altre persone animate dalla stessa passione, porre quesiti, trovare soluzioni a problemi irrisolti, trarre nuovi spunti e gettare basi per collaborazioni future e progetti condivisi in un clima di stimolante e aperta cooperazione.