Per Strasburgo, per l’Europa, per Antonio

di 13 Dicembre 2018 0

“Che atmosfera fantastica che c’è qui!  Ci sono studenti di ogni nazione europea, tutti insieme!”: così si entusiasma in una chat personale il giovane giornalista italiano Antonio Megalizzi, volontario di Europhonica, una web radio tutta dedicata all’Europa,  in coma ora e in grave pericolo di vita dopo essere stato colpito alla nuca martedì scorso dal proiettile sparato dal ventinovenne Chérif Chekatt,  un criminale comune “radicalizzato” in carcere, autore dell’attacco ai mercatini di Strasburgo.  

E noi non possiamo che sentirci ancora più europei. Mentre si apre qualche spiraglio per i tentennamenti del Regno Unito alla vigilia della Brexit – il premier britannico May ha dovuto rinunciare all’approvazione parlamentare dell’accordo con  i 27, l’opinione pubblica, che votò nel 2016 il sì all’uscita dall’Europa, deve fare i conti con due milioni di giovani in più  – ci piace  rendere omaggio alla città  ferita con un video datato 24 dicembre 1966,  de l’Ina (Istituto nazionale audiovisivo francese) sulla tradizione plurisecolare del mercato di Natale e con una selezione di servizi provenienti dall’Archivio storico Luce e dalla British Pathé sull’Europa.

In apertura La Settimana Incom dell’agosto 1950 ricorda l’entusiasmo e la mobilitazione dei giovani europeisti per i passi avanti compiuti verso l’unità europea, mentre si svolge la seconda sessione del Consiglio d’Europa, istituito l’anno precedente, con il fine di promuovere il patrimonio comune di ideali e lo sviluppo economico e sociale dei paesi europei.  Ancora pochi mesi e il Consiglio avrebbe firmato a Roma (la Settimana Incom n. La Settimana Incom n. 512) la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.  

“Cette fidélité première et sacrée que l’on doit à son propre pays, il n’est  pas difficile de la réconcilier avec ce sentiment, plus vaste, de camaraderie européenne.  Au contraire, on constatera que tous les intérêts légitimes s’accordent  harmonieusement, et que chacun de nous servira le mieux les intérêts  réels et la sécurité de son pays si nous élargissons notre sentiment à la fois de citoyenneté et de souveraineté communes, si nous englobons dans ce sentiment tout ce continent d’Etats et de nations qui ont la même manière de vivre”: così aveva parlato il britannico Churchill nella place Kléber in un celebre discorso alla folla (in un francese molto sassone) che possiamo ascoltare in parte in questo servizio della Pathé news del 1949.

Cosa ha fatto per noi l’Europa? Le istituzioni provano a spiegarlo in questo nuovo sito che consente di misurare la pervasività, il peso delle azioni politiche europee nella nostra vita, nella nostra quotidianità.  

Ma al di là delle azioni concrete, dei vantaggi che ciascuno di noi può soppesare e giudicare, l’Europa non può vivere senza il sogno di intere generazioni – dagli europeisti degli anni Cinquanta al giornalista calabrese Antonio Megalizzi in viaggio da Trento a Strasburgo – per un’idea di cittadinanza universale fondata sui diritti e sulle libertà fondamentali che nessun  Chérif Chekatt potrà mai soffocare.