Martedì 28 maggio 2019, alle ore 19,00, sarà inaugurata a Mosca, presso il Museo statale della letteratura V. I. Dahl (State Literary Museum, Zubovskij bul’var 15) la mostra intitolata Tra Roma e Mosca. I “Quaderni del carcere” di Antonio Gramsci.
Pubblichiamo il comunicato della Fondazione Gramsci sulla trasferta russa dei Quaderni del carcere, la mostra ideata nel 2016 per far conoscere l’opera dell’intellettuale e politico sardo, che ha previsto nel corso del tempo diversi allestimenti con integrazioni di materiali provenienti dall’archivio, dalla biblioteca di Gramsci. La mostra si è sempre avvalsa di un’importante area multimediale che consente, attraverso un’applicazione su touch screen realizzata da regesta.exe, partner tecnologico della Fondazione Gramsci per la valorizzazione del patrimonio storico, di sfogliare e ingrandire le pagine in formato digitale dei manoscritti, delle riviste, dei libri e delle schede bibliografiche.
Lasciamo la parola ora al comunicato stampa della Fondazione
Martedì 28 maggio 2019, alle ore 19,00, sarà inaugurata a Mosca, presso il Museo statale della letteratura V. I. Dahl (State Literary Museum, Zubovskij bul’var 15) la mostra intitolata Tra Roma e
Mosca. I “Quaderni del carcere” di Antonio Gramsci.
La mostra nasce da un progetto italo-russo che coinvolge la Fondazione Gramsci, l’Istituto italiano di cultura a Mosca, l’Archivio statale russo di storia sociale e politica e il Museo statale della
letteratura.
Gramsci visse a Mosca dal giugno del 1922 al novembre del 1923.
Oggi sappiamo quanto l’esperienza vissuta nella Russia sovietica fu ricca di incontri e di suggestioni e in che misura influì sulla sua formazione intellettuale e politica. A Mosca conobbe Lenin, Trockij e altri dirigenti bolscevichi. Conobbe inoltre Julija Schucht, la sua compagna, impossibilitata a seguirlo nelle sue peregrinazioni, prima a Vienna poi in Italia. Tra Roma e Mosca si svolse il loro dialogo, ben presto consolidato dalla nascita di Delio, che il padre poté finalmente conoscere rientrando nella capitale sovietica nel marzo del 1925. Vissero assieme per poche settimane e poi nuovamente a Roma, tra l’autunno del 1925 e l’estate successiva. Gramsci era in procinto di partire per Mosca quando fu condotto in carcere la sera dell’8 novembre 1926: avrebbe dovuto partecipare a un’importante riunione dell’Internazionale e vedere per la prima volta il secondo figlio, Giuliano, nato da pochi mesi. A Mosca giunsero per dieci anni le sue struggenti lettere scritte dal carcere.
Accanto a sette quaderni originali e all’edizione digitale integrale, verranno esposti documenti provenienti dall’Archivio statale russo di storia sociale e politica e fotografie e oggetti di famiglia
Alla possibilità di ricongiungersi alla famiglia pensò quando ebbe la certezza dell’imminente liberazione, giunta troppo tardi. A Mosca furono spediti i quaderni all’indomani della sua morte, avvenuta il 27 aprile 1937, dopo che Tatjana Schucht aveva provveduto a metterli in salvo, a classificarli e a consegnarli ai familiari tramite l’Ambasciata sovietica a Roma. Rientrarono a Roma nel marzo del 1945 su richiesta di Palmiro Togliatti.
Accanto a sette quaderni originali e all’edizione digitale integrale, verranno esposti documenti provenienti dall’Archivio statale russo di storia sociale e politica e fotografie e oggetti di famiglia conservati e selezionati per l’occasione dal nipote di Gramsci, Antonio jr.
All’inaugurazione interverranno l’Ambasciatore Pasquale Terracciano, Dmitry Bak (Direttore del Museo statale della letteratura), Antonio Fallico (Presidente di Banca Intesa Russia), Silvio Pons (Presidente della Fondazione Gramsci), Andrei Sorokin (Direttore dell’Archivio statale russo di storia sociale e politica), Olga Strada (Direttrice dell’Istituto italiano di cultura a Mosca).
La mostra sarà aperta al pubblico dal 29 maggio al 7 luglio 2019.
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