Conservazione, militanza e memoria negli scritti di Ansano Giannarelli

di 9 Ottobre 2012 0

A quasi due anni dalla pubblicazione del 13° numero, il 4 ottobre è stata finalmente presentata presso l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico la nuova edizione degli “Annali”, dedicati quest’anno al tema della conservazione filmica; con particolare riferimento al punto di vista che Ansano Giannarelli, regista italiano, fondatore dell’AAMOD assieme a Zavattini, aveva su questo delicato e attualissimo tema.

Già, proprio Ansano Giannarelli. Impossibile nascondere, a poco più di un anno dalla sua scomparsa, il vuoto lasciato dal cineasta viareggino nel cuore di tutte le persone che hanno collaborato con lui. Tra tutte queste, inevitabilmente, proprio i suoi colleghi dell’AAMOD, che attraverso questa pubblicazione curata da Letizia Cortini, hanno fatto riemergere il forte e sincero interesse che Giannarelli aveva per la conservazione filmica, perché determinante strumento di memoria.
E’ stata la stessa Letizia Cortini, nel suo intervento, ad illustrare questo percorso concettuale: “Il Cinema ha nella sua natura la potenzialità di contribuire a diffondere valori. Affinchè questo possa però effettivamente realizzarsi, sarebbe necessario investire nell’insegnamento del linguaggio audiovisivo partendo direttamente dalle scuole”.
Degna di nota è stata inoltre l’anticipazione che ancora Letizia Cortini ha voluto fare riguardo allo studio che l’AAMOD sta dedicando agli scritti del regista scomparso: “Questo volume è solo una parziale selezione dedicata agli scritti redatti da Giannarelli. Il prossimo anno abbiamo l’intenzione di pubblicare un volume sui testi relativi alla sua professione di cineasta”.

Presentato presso l’AAMOD il 14° volume degli Annali della Fondazione,”Il film negli archivi. Il punto di vista di Ansano Giannarelli”. Curato da Letizia Cortini il libro contiene saggi, editi ed inediti, progetti, del regista scomparso, sulla catalogazione, la conservazione e la gestione di un archivio audiovisivo

Ma l’appuntamento di giovedì scorso è stato anche un’utile occasione per tastare il polso sulle problematiche, i metodi e le prospettive degli archivi audiovisivi di oggi.
Una situazione, come sappiamo, non facile: lo ha sottolineato lo stesso Agostino Attanasio, Sovraintendente all’Archivio Centrale dello Stato, che ha confermato quanto sia difficile tutelare in questo momento gli archivi audiovisivi, partendo, ad esempio, già dall’ambiguo inquadramento archivistico di un’opera filmica.
Durante il suo intervento Attanasio ha colto quindi l’occasione per commentare alcune iniziative di successo intraprese dall’Archivio Centrale dello Stato nel corso degli ultimi anni: è il caso del “Corso di archivistica contemporanea”, giunto nel 2012 alla sua seconda edizione. Articolato in 150 ore tra lezioni teoriche, esperienze gestionali e di laboratorio, il corso ha avuto tra i suoi punti di forza una formazione mirata ad un numero ristretto di partecipanti (30 unità), e la possibilità, per chi avesse conseguito un diploma di laurea entro cinque anni dalla domanda di iscrizione o fosse privo di un contratto di collaborazione, di non dover sostenere il costo del corso una volta superata la selezione.
Una scelta, questa, che mostra tutto l’impegno da parte dei coordinatori dell’Istituto verso un’accurata formazione professionale, alla quale si affianca la volontà di trasmettere a tutta la comunità il patrimonio posseduto dall’Archivio mediante l’organizzazione di eventi (convegni, conferenze, giornate di studio e mostre storico-documentarie) e attività didattiche pensate per attirare gli studenti delle scuole e dell’università verso il mondo della ricerca storica.
In quest’ottica rientra, ad esempio, il recente progetto per la costruzione di un sistema informativo Web delle descrizioni del patrimonio documentale dell’Archivio Centrale dello Stato  portato avanti congiuntamente dall’ACS e regesta.exe  utilizzando la piattaforma xDams, per la quale lo stesso Attanasio non ha lesinato parole di soddisfazione.

Il ritratto fotografico è di Antonio Spino, Lugo, 1992