1989-2014: il Web compie 25 anni

Il passato, il presente e il futuro del Web secondo Tim Berners Lee
di 11 Marzo 2014 1

Tim Berners Lee fotografato da Nadav Kander per Wired

Convenzionalmente la storia del World Wide Web comincia dalla pubblicazione della prima versione dello studio  che Tim Berners Lee sottopose al Cern nel marzo 1989 per affrontare il problema dell’accesso alle informazioni in un’organizzazione complessa come quella del centro di ricerca ginevrino. Information Management: A Proposal, è il titolo di quel documento, con il quale Berners Lee avanzava l’idea di “linked information systems” (il testo è disponibile sul sito del W3C).

A 25 anni da quella proposta l’edizione inglese di Wired pubblica sul numero di marzo 2014 il resoconto di una lunga riflessione di colui che può essere considerato l’inventore del Web (si può leggere il testo Tim Berners-Lee on the Web at 25: the past, present and future sul sito di Wired), che è al tempo stesso un bilancio di quanto è avvenuto e uno sguardo sui rischi e le potenzialità che oggi l’evoluzione del Web si trova ad affrontare.

Secondo Tim Berners Lee oggi il Web, una piattaforma “radically open, egalitarian and decentralised” rappresenta il più grande repository di informazioni e conoscenza che il mondo abbia mai conosciuto. In questo quarto di secolo è cresciuto, evolvendo da una semplice collezione di documenti connessi tra di loro in direzione della creazione di un “rich environment of data, media and user interaction”, quel Web of Data, che sempre Berners Lee ha contribuito a immaginare: “Raw Data Now” era lo slogan della sua ben famosa TED Conference del 2009.

I progressi compiuti non devono però oscurare le minacce che provengono oggi dall’azione di taluni governi, dalla concentrazione di potere di grandi compagnie,  dalla diffusione di attività criminali e che possono limitare la libertà della rete. Queste minacce rischiano di causare una sorta di “balcanizzazione” del Web. Alimentata da artificiose barriere nazionali, dalla proliferazione di “corporate walled gardens”, da leggi punitive sul copyright, dai sempre più frequenti tentativi di intaccare la net neutrality.

By continually “re-decentralising” the web, we will unleash the next generation of technology, business and social innovators
Wired , 3/2014

Gli anticorpi alla diffusione di queste minacce risiedono però nelle stesse caratteristiche costitutive del Web. Apertura e flessibilità costituiscono il tessuto con cui esso è stato realizzato. Sono quattro le parole d’ordine che per Tim Berners Lee rappresentano le fondamenta sul quale costruire lo sviluppo del Web per il prossimo quarto di secolo, i caposaldi della campagna “The Web We Want” (https://webwewant.org/ twitter:@webwewant) per l’adozione di un Internet Users’ Bill of Rights in ogni paese.

  • Re-decentralisation: per consentire anche in futuro la libera espressione e diffusione di innovazione tecnologiche, economiche e sociali;
  • Openness: nelle sue diverse declinazioni, di Open Standards, Open Source Software e Open Data, che alimentano la sua capacità di crescere attraverso la condivisione e l’interoperabilità
  • Inclusion: per raggiungere quel 60% della popolazione mondiale esclusa dalla rete, per abbattere le barriere all’accesso delle persone con disabilità e rendere effettiva l’universalità del Web
  • Privacy, free expression and security: garanzia della privacy e libertà di espressione sono facce di una stessa medaglia; non c’è la seconda se non è garantita la prima, se la sicurezza degli utenti della rete è minacciata da pratiche censorie, di cui lo spionaggio è il più insidioso.