La Public History è “un campo delle scienze storiche a cui aderiscono storici che svolgono attività attinenti alla ricerca e alla comunicazione della storia all’esterno degli ambienti accademici nel settore pubblico come nel privato, con e per diversi pubblici…una nuova disciplina universitaria finalizzata alla formazione dei public historian”… I public historian “operano nelle istituzioni culturali, nei musei, negli archivi, nelle biblioteche, nei media, nell’industria culturale e del turismo, nelle scuole, nel volontariato culturale e di promozione sociale e in tutti gli ambiti nei quali la conoscenza del passato sia richiesta per lavorare con e per pubblici diversi…gli storici universitari che hanno scelto la Public History come tema di ricerca e insegnamento o che interagiscono con pubblici esterni alla comunità accademica per fare storia”.
Sono alcuni dei passaggi del manifesto provvisorio della Public History italiana redatto dall’Associazione Italiana di Public History (AIPH) , alla vigilia della seconda Conferenza Nazionale, dopo il battesimo pubblico dello scorso anno a Ravenna.
Tra gli obiettivi della public history “la promozione della conoscenza storica e delle metodologie della ricerca storica presso pubblici diversi favorendo il dialogo multidisciplinare…la valorizzazione di pratiche ed esperienze che puntano sul coinvolgimento attivo di gruppi e comunità anche nel mondo digitale.. la valorizzazione del patrimonio storico culturale italiano, in ogni sua forma”, il contrasto all’uso pubblico, manipolatorio della storia…
Finalità, innesto della Public history – nata negli anni Settanta negli Stati Uniti per poi diffondersi e internazionalizzarsi negli ultimi decenni con la nascita nel 2010 della IFPH, International Federation for Public History e lo sviluppo di public history “nazionali” – nella tradizione storica, nella cultura italiana, così vivace e attiva localmente, sono alcuni dei punti forti del documento che sarà discusso e approvato in occasione della Conferenza.
Metti la Storia a Lavoro è il bel motto scelto dai soci dell’Associazione per questa intensa settimana – a Pisa dall’11 al al 15 giugno 2018 – fatta di appuntamenti, eventi, manifestazioni, conferenze e tavole rotonde.
Perché unire storia e lavoro? Perché la Public History, si legge nel sito dell’AIPH, “promuove la storia come risorsa essenziale per la società e l’offerta di competenze professionali laddove la storia come sapere critico e le metodologie della ricerca storica siano necessarie anche per la risoluzione di problemi del presente”. I campi di azione sono numerosi perché la fame e il bisogno di storia attraversano tutti gli strati e tutti gli spazi della società contemporanea: le varie comunità entro lo spazio cittadino con le rispettive memorie, gli storici e gli archeologici, gli amministratori dei territorio, i curatori di musei, mostre, archivi e biblioteche, i gestori della conoscenza nelle imprese, lavoratori nell’industria dei contenuti, gli appassionati di ricostruzioni (revival, modellismo).
L’Associazione Italiana di Public History intende creare, nella Seconda Conferenza di giugno, occasioni di confronto e di riflessione fra chi opera e lavora con e sul passato sui modi in cui la storia è presente nella società, dall’università alle piazze, nella cultura alta e in quella popolare, nella vita quotidiana”.
Questi gli appuntamenti:
- Il discorso inaugurale di Andrea Giardina, presidente della Giunta Centrale per gli Studi Storici
- 12 eventi che coinvolgono il pubblico
- 380 conferenze, dal 12 al 15 giugno distribuite in 76 panel
- 1 speed networking: un momento di incontro tra i giovani proponenti un’idea di lavoro e professionisti in grado di guidarli nella loro impresa
- 1 assemblea generale dell’associazione
- 6 tavole rotonde che riuniscono i maggiori esperti di Digital Humanities, Media, Didattica, Professionalità del Public Historian, Casa della Storia Europea, la Leva militare
- 34 poster: che illustrano i progetti di Public History attivi attualmente in Italia
Anche noi saremo presenti alla Conferenza, partecipando al primo “Speed Networking” dedicato alla Public History per condividere con studenti, aspiranti public historian, le nostre esperienze professionali nel campo della storia digitale, della comunicazione sul web dei beni culturali.
Con la Fondazione AAMOD e con Home Movie – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, parteciperemo il 15 giugno ad una sessione sulla storia e le fonti audiovisive e fotografiche, anche amatoriali.