Italgas ha affidato a Regesta.exe la realizzazione e la gestione del progetto Heritage Lab per la digitalizzazione del proprio archivio storico. Il progetto, annunciato nell’estate dello scorso anno e messo a punto in collaborazione con il Centro Archive della Fondazione Giorgio Cini, è stato avviato nella primavera del 2021 e ha una durata di tre anni.
Regesta cura l’allestimento dell’intera infrastruttura tecnica, dall’acquisizione delle stazioni di digitalizzazione alla predisposizione degli applicativi e delle piattaforme di lavoro e pubblicazione, si occupa della selezione e del coordinamento dei gruppi di lavoro impegnati sulla documentazione dell’archivio, collabora alla produzione dei contenuti.
Perché Heritage Lab
Con Heritage Lab Italgas si propone di raggiungere due obiettivi: affrontare in maniera integrata la “migrazione digitale” del proprio patrimonio documentale, frutto di oltre 180 anni di storia e di un processo variegato di acquisizioni, fusioni e dismissioni di una lunga serie di aziende locali; innovare l’esperienza museale, superando la separazione tra laboratorio di produzione e ambiente di fruizione, tra “backstage” e “palcoscenico”, ponendo documenti e lavoro al centro del percorso espositivo per avvolgere il visitatore in un flusso di contenuti costantemente aggiornati.
L’infrastruttura tecnologica
Nelle due officine di produzione allestite all’interno del museo sono state installate sei postazioni per la riproduzione fotografica ad alta qualità della documentazione d’archivio: Vscanner per trattare volumi e unità rilegate, uno stativo a colonna per acquisizioni di alta precisione, un piano aspirato per i documenti di grande formato, il secondo prototipo in Italia dello scanner rotativo “Replica”, realizzato nell’ambito del programma Time Machine per la Fondazione Cini. Questa infrastruttura è stata progettata per garantire un processo di lavorazione ad elevata produttività, grazie a strumenti adatti alle diverse tipologie di materiali presenti e all’ottimizzazione delle procedure di alimentazione e di post-produzione degli oggetti digitali prodotti dalle diverse linee di riproduzione.
Il cuore applicativo di questa infrastruttura è costituito da una Time Machine Box (TMB), un sistema integrato dedicato alla gestione di centri di digitalizzazione (realizzato con i partners di Made in Heritage), che funge da nodo di storage dei contenuti e di accesso condiviso agli applicativi destinati a supportare le operazioni di trattamento delle immagini: nello sviluppo degli algoritmi utilizzati per cropping automatico, bilanciamento colore, riconoscimento caratteri, misurazione e estrazione dei metadati, sono state impiegate tecniche di intelligenza artificiale, machine learning, big data. La TMB colloquia per l’erogazione delle risorse digitali e l’aggiornamento dei metadati con la piattaforma open source xDams, che raccoglie e gestisce il corredo informativo di tutte le diverse sezioni dell’archivio e della biblioteca specializzata, grazie ad un’architettura informativa flessibile e facilmente modellabile, per inglobare sintassi e “dialetti” molteplici con una piena aderenza agli standard del nuovo contesto tecnologico, Linked Open Data e IIIF.
Un modello di migrazione digitale
Archivio, laboratorio, museo rappresentano quindi tasselli di un disegno organico, un processo che, grazie ad un uso sostenibile delle tecnologie, interamente basate su componenti Open Source e su progetti rilasciati in Open Access, e alla valorizzazione delle competenze molteplici – archivistiche, storiche, tecniche – chiamate a cooperare al progetto, ha l’ambizione di proporre un modello d’intervento per il trattamento del patrimonio storico-documentale dell’azienda e per colmare il gap, che invece rischia di allargarsi, tra il “tesoro” informativo conservato nei depositi fisici e, nei fatti, accessibile solo a pochi esperti, e la crescita continua di dati e contenuti, spesso decontestualizzati, disponibili sulle reti e sulle grandi piattaforme online.
Per i diversi soggetti che operano nell’ecosistema digitale dei beni culturali non appare ormai più sufficiente limitarsi alla pubblicazione di cataloghi e inventari, strumenti che hanno sicuramente svolto finora una funzione essenziale di indirizzo e bussola, rivolta però, prevalentemente, ad una fascia di utenti limitata e fortemente professionalizzata.
La scommessa che facciamo con Italgas e il suo Heritage Lab è quella di procedere in direzione di una migrazione integrale dei contenuti, assicurando che siano descritti da un corredo informativo qualificato e completo, che dia conto di provenienza e contesto di ogni singola risorsa pubblicata, in modo da renderli pienamente fruibili a “pubblici” differenti, interoperabili con le altre fonti informative esistenti in rete, disponibili ai diversi usi che da questa apertura possano derivarne.
I “tesori” conservati negli archivi di imprese, istituzioni, amministrazioni non si limitano ai soli oggetti notevoli che vi sono conservati e non possono essere illustrati solo da estemporanee e parziali esibizioni di contenuti selezionati, ma sono pienamente illustrati dall’interezza di queste fonti, in grado di raccontare le diverse storie che in esse sono conservate.
L’Heritage Lab è stato inaugurato sabato scorso, 3 dicembre, dall’amministratore delegato Paolo Gallo nella storica sede torinese di Italgas di Largo Regio Parco, rinnovata dopo un intervento di riqualificazione curato da Giugiaro Architettura (ndr).
Qui il video della presentazione (La Stampa digitale, 4 dicembre 2021)