Le cineprese dell’Istituto Luce raccontano nel 1936 il ciclo produttivo della matita nella fabbrica della F.I.L.A. – Fabbrica Italiana Lapis ed Affini S.p.A, la storica azienda fondata nel giugno del 1920 a Firenze (il logo è ispirato dal giglio fiorentino). Sarà la F.I.L.A. ad inventare la gamma di pastelli Giotto, proposti nel 1933 in una mitica scatola – che scalda ancora i cuori e l’immaginazione di molte generazioni – raffigurante Giotto che disegna su una pietra al cospetto del Maestro Cimabue.
Lasciamo la storia della F.I.L.A. e chiediamoci: perché due terzi delle matite prodotte e vendute sul pianeta sono gialle?
Lasciamo la storia della F.I.L.A. e chiediamoci: perché due terzi delle matite prodotte e vendute sul pianeta sono gialle?
Ce lo spiega Riccardo Falcinelli nell’appassionante Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo.
Le matite come le conosciamo oggi – mine incastonate in un corpo di legno – sono state introdotte in Francia nel 1790, ideate da Nicolas-Jacques Conté che per risparmiare – evitando di rifornirsi nell’Inghilterra di blocchetti di grafite pura – “si inventa di usare la grafite in polvere” e “di mischiarla con l’argilla impacchettandola nel legno”. Ciò consente agli amatori del disegno di non sporcarsi e, è la l’idea forte del libro, “il fatto di pensare in astratto a un pubblico di potenziali acquirenti fa di Conté un designer”. Ma la prima matita dipinta esternamente viene lanciata nel 1893 dalla Koh –I- Noor alla Fiera colombiana di Chicago.

La matita è gialla esternamente, perché? Forse perché richiama il colore dell’Impero austroungarico dove l’azienda aveva sede; forse è un riferimento alla Cina, da cui tradizionalmente proviene la grafite e dove il giallo è il colore della famiglia imperiale.
Il giallo diventa tuttt’uno con l’oggetto, persino nelle emoticons, e per tutti la matita con cui celebriamo questa giornata… è, e resta gialla al nostro sguardo.