LODLAM Summit 2017: “not your normal conference venue”

Cronaca del workshop internazionale sui LOD a San Giorgio Maggiore, 28-29 giugno
di 13 Luglio 2017 0

Immagine di Alessandro Antonuccio di hstudio

Not your normal conference venue! Arriving by water bus ready for #LODLAM 2017“: questo il tweet del delegato Richard Wallis di Data Liberate, giunto a Venezia il 27 giugno scorso per partecipare, il 28 e il 29 giugno, al Workshop internazionale sui Linked data applicati al patrimonio culturale promosso da regesta.exe, la Fondazione Giorgio Cini, Europeana, il Pratt Institute,  AARNet.
Archivisti, Bibliotecari, Record manager, Analisti di metadati, Computer scientists, Information analysts, Data architects provenienti da oltre 20 nazioni,  da istituzioni pubbliche e da associazioni  private, si sono ritrovati nello splendido complesso della Fondazione dedicata a Giorgio Cini, per confrontarsi,  nelle numerose sessioni informali proposte ed animate dai delegati, su temi, progetti, politiche di pubblicazione dei dati del patrimonio culturale.

Questa è la cronaca multimediale del summit.

Qui gli organizzatori sono in viaggio verso l’Isola di San Giorgio a bordo di un vaporetto. E’ il 27, la vigilia del grande giorno. Riconosciamo Giovanni Bruno di regesta. exe, Cristina Pattuelli del Pratt Institute, Antoine Isaac di Europeana, Silvia Mazzini, di regesta.exe, Ingrid Mason di AARNet –  instancabile animatrice dell’evento – e Valentine Charles,  di Europeana. 

 

 

Nelle stesse ore il delegato della Stanford University Librarie Mark Matienzo passeggiava in libertà per la Serenissima

 

 
 

 
 

 

 

 

 
 

 

Il summit si svolgerà all’interno della Fondazione Giorgio Cini, come indica la freccia sistemata nel parco della Fondazione nei pressi del pavimento/banchina che servirà da molo di scarico per il catering dei pranzi.

Dopo la registrazione di rito e il primo caffè, il 28 mattina si inizia. Ingrid saluta e introduce i lavori nella sala delle Capriate (una due splendide sale messe a disposizione dalla Fondazione) Pasquale Gagliardi, Segretario generale della Fondazione, dà il suo benvenuto ai delegati.

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Ora si entra nel vivo. Non ci sono conferenze, seminari, relazioni: i Lodlam summit sono scanditi dai tempi e dai metodi dell’Open Space Technology. Le “regole’ del gioco erano state illustrate  precedentemente da Ingrid nel sito realizzato da regesta per la preparazione del Summit e ora dominano come Tavole della legge nell’aula delle Capriate.

 

 I “program chairs” Ingrid e Antoine invitano i delegati a proporre gli argomenti che saranno oggetto del confronto, o a rilanciare dal vivo le sessioni proposte in forma scritta sul sito;  trascrivono su semplici post-it i temi e fissano i foglietti su pannelli.  I delegati si accalcano per decidere quale sessione seguire… Il delegato Roy Tennant, di OCLC – Online Computer Library Center, è visibilmente soddisfatto.

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La formula dell’unconference si conferma vincente: non c’è un programma prestabilito, si partecipa alla sessione che sembra più vicina ai propri interessi e, se ci si accorge che il topic non soddisfa le proprie aspettative è possibile spostarsi liberamente passando ad un altro tavolo, con la finalità di ottimizzare al massimo il tempo a disposizione. L’invito di Ingrid è stato chiaro: parlare in modo diretto, senza giri di parole per sfruttare al massimo una simile occasione di scambio.

Gli esperti prendono posto nelle due sale, la sala degli Arazzi è allestita con con tavoli e monitor. Ecco alcuni momenti delle sessioni

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Il sito del summit è uno strumento di lavoro ed è aggiornato quasi in diretta: i delegati possono seguire, aggiornare lo svolgimento delle sessioni proposte. Nell’articolo di una delegata, Fabiana Guernaccini, potremo conoscere e approfondire i temi discussi. 

Al termine della prima giornata si scruta il cielo: per la cena sociale il meteo non è favorevole ed il summit si sposterà all’isola di San Servolo, dove un  antico monastero benedettino utilizzato successivamente come ospedale psichiatrico è stato oggetto di un intervento di restauro e rifunzionalizzazione da parte della Provincia di Venezia, ora Città metropolitana, ed adibito a centro di studi, eventi e iniziative. Agli esperti di Lod si uniscono anche i delegati del progetto  EHRI   – European Holocaust Research Infrastructure – riuniti all’Università di Ca’ Foscari a Venezia per il  workshop organizzato dalla Fondazione CDEC e da Laura Brazzo  “Data Sharing, Holocaust Documentation and the Digital Humanities. Best Practices, Case Studies, Benefits”. Le previsioni non sbagliano, la cena sarà bagnata da acquazzoni ma in un ambiente ricco di fascino.

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Il 29 giugno la fondazione Cini organizza per gli ospiti tre visite guidate nel complesso monumentale dell’Isola di San Giorgio: i due chiostri, lo Scalone del Longhena,il Cenacolo Palladiano con la (perfetta) copia de Le nozze di Cana del Veronese, la Biblioteca (nuova Manica lunga e biblioteca), il labirinto-giardino dedicato a Borges.

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Comincia la seconda giornata, le sessioni di lavoro, il lunchtime.

 

 

Johan Oomen aka Invisible Man & Valentine Charles (Europeana, fotografia di Ingrid Mason

Appuntamento per l’annuncio dei vincitori della Challenge 2017, selezionati dai delegati tra i 5 finalisti invitati a Venezia. Valentine Charles annuncia i due vincitori: DIVE+ Explorative Search for Digital Humanities dai Paesi Bassi e Open Data Prize a WarSampo, portale semantico sulla Seconda Guerra mondiale dalla Finlandia. Con simpatia e ironia Valentine posa per la “stampa” con Johan Oomen aka Invisible Man poiché il vincitore… è assente alla premiazione. Ancora qualche ora di lavoro e confronto, la presentazione, da parte della Fondazione Cini, di un progetto sui Lod per incunaboli e cinquecentine della raccolta Essling, poi il summit volge al termine.
La soddisfazione è tanta tra organizzatori e ospiti, che hanno fortemente voluto –  grazie anche all’attivismo di Silvia Mazzini tra gli “evangelisti” più  tenaci – in Italia, nel Paese che vanta ben 53 siti iscritti nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco (e, ciliegina sulla torta, le mura di difesa veneziana sono appena entrate nella lista) questo proficuo incontro tra esperienze, progetti, idee, conoscenze sulle nuove tecnologie per i beni culturali. Ora si attende con curiosità la prossima edizione: dove si svolgerà? In Asia, qualcuno suggerisce…


Chiudiamo questa breve cronaca con un ringraziamento agli oltre 100 delegati internazionali presenti al summit con i loro progetti, le loro idee, le loro proposte. 
Ecco l’elenco delle istituzioni, degli enti, delle società, protagonisti di questa edizione 2017 (partecipanti, organizzatori e sponsor), patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dall’AGID, da ADHO, ICOM, ANAI, Comune di Venezia:

AARNet  –  Australia, Academia Sinica Center for Digital Cultures – Taiwan, Academia Sinica – Taiwan,Alexander von Humboldt Institute for Internet and Society / Pelagios – Germania,American Numismatic Society,Association of Research Libraries – USA, Auckland Museum – Nuova Zelanda, Austrian Academy of Sciences – Austrian Centre for Digital Humanities (ACDH), Bern University of Applied Sciences, Book Studies –  University of Amsterdam, British Library , California State University Fullerton,Canadian Heritage Information Network, Carleton University – Canada, Carnegie Hall Archives, Casalini Libri – @Cult Italia, CNR – Italia, CNRS – Francia, Coalition for Networked Information – USA,Cornell University Library – USA, Creative Commons Italia, DataLiberate – Gran Bretagna, Department of Computer Science and Engineering-Università di Bologna, Department of Philosophy University of Amsterdam,Digital Humanities Institute, EPFL – Svizzera, DLF/CLIR – USA, DRTC, Bangalore, India,Edith Cowan University –  Australia, ETH Zurich / SIK-ISEA – Svizzera, Europeana Foundation, Ex Libris Group, Fondazione Giorgio Cini, GARR – Italia, Getty Research Institute,Harvard Library,Harvard University / Villa I Tatti, Hungarian National Museum, Institute for language and folklore, Svezia, Institute for Advanced Technology in the Humanities, University of Virginia, Institute of Information Science, Academia Sinica, Taipei, Taiwan, Institute of Informatics and Telematics,  CNR,Intersect Australia, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, Jisc – Gran Bretagna,J.Paul Getty Trust,Kent State University – USA, King’s Digital Laboratory,King’s College London, Leeds University Library – Gran Bretagna, Library of the University of Amsterdam,Library of Congress, Museum of Modern Art, National Institute of Informatics Giappone, National Library of Wales, National Library of The Netherlands, Netherlands Institute for Sound and Vision, Net7, New York Public Library, Nexa Center, NOB / NIOD – Paesi Bassi,North Rhine-Westphalian Library Service Center (hbz) – Germania, OCLC – USA, OCUL – Scholars Portal – Canada, Ontotext Corp – Bulgaria, ORCID – Gran Bretagna,Oslo Public Library, Pratt Institute di New York, Public Record Office Victoria, Melbourne, regesta.exe, Rutgers University Libraries – USA, Shanghai Library and Institute of Scientific and Technological Information of Shanghai, Sichuan University – Cina, Stanford University, Stanford University Libraries,Stuttgart Media University – Germania, Swedish National Archives, Swiss Federal Archives, Swiss Institute for Art Research SIK-ISEA, Synapta Srl – Italia,  Synaptica – Malesia/Gran Bretagna, Tufts University – USA,UNESCO, Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Università di Bologna, University of Fribourg – Svizzera, Università di Teramo, University of British Columbia – Canada, University of Guelph – Canada, University of Helsinki and Aalto University, University of Houston, University of Oregon Libraries, University of Toronto, Vastari – Gran Bretagna, Vrije Universiteit Amsterdam, Wellcome Collection,Coalition for Networked Information – Gran Bretagna, Wikimedia Italia, Wuhan University – Cina, Yale University Library, York University  – Canada, Zazuko – Svizzera, ZBW Leibniz Information Centre for Economics – Germania