Inaugurata ieri a Cesena, nella Sala San Giorgio della Biblioteca Malatestiana, la mostra “Gramsci. I quaderni, i libri del carcere, le riviste ritrovate”
Inaugurata nel 2016 alla XXIX edizione Salone del Libro di Torino (qui l’articolo che seguiva l’evento) la mostra dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci – 33, scritti tra il 1929 e il 1935 – si arricchisce di nuovi preziosi documenti. Si tratta di due quaderni ricevuti a Turi nel 1933 lasciati in bianco, mai esposti in precedenza, e di alcuni dei foglietti superstiti di un ampio schedario bibliografico che Gramsci, si legge nell’introduzione di Silvio Pons nel catalogo della mostra, “aveva compilato negli anni del liceo e dell’università”. Un’ulteriore integrazione, prosegue Pons, è costituita da “libri e riviste appartenenti alla biblioteca che aveva messo insieme da giovane”, in parte già esposti nel settembre 2018 alla Casa Museo di Ghilarza da Luca Paulesu, che ha recuperato questi e altri importanti documenti rimasti presso la famiglia.
I collegamenti che si possono stabilire fra manoscritti del carcere, riviste, libri e schede retrodatano agli anni trascorsi in Sardegna la conquista di una già significativa maturità culturale.
Gramsci ottenne il permesso di scrivere nel gennaio del 1929, mentre era recluso nel carcere di Turi dove scontava la condanna a oltre vent’anni inflittagli il 4 giugno 1928 dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Inaugurò il primo quaderno già l’8 febbraio 1929 e, sino al novembre 1933, quando lascerà Turi per una clinica di Formia, compilerà 21 dei 33 quaderni di annotazioni, traduzioni, appunti miscellanei.
Oltre ai quaderni fisici esposti in sala è possibile sfogliare e ingrandire le pagine in formato digitale dei manoscritti, delle riviste, dei libri e delle schede bibliografiche, attraverso un’applicazione su touch screen – realizzata da regesta.exe, partner tecnologico della Fondazione Gramsci per la valorizzazione del patrimonio storico – che consente di analizzare in dettaglio le modalità di stesura delle note e degli appunti.
In sala sono esposti otto volumi selezionati dalla biblioteca di Ghilarza, corredati da giudizi tratti da scritti di Gramsci, assieme ad alcuni fascicoli delle riviste ritrovate, e ad alcune schede bibliografiche autografe redatte da Gramsci mentre frequentava il liceo e l’università. Gramsci aveva utilizzato, prima in Sardegna, poi a Torino, sottili fogli di carta per schedare riviste e libri. La parte più consistente delle schede bibliografiche giovanili di Gramsci è andata perduta. Le schede sono intestate a singoli autori, portano sul recto la loro produzione e sul verso gli articoli che li riguardano. Non sono presenti schede tematiche. Ciò che rimane dello schedario è ora in gran parte conservato presso la Fondazione Gramsci. Esso contiene i titoli di 36 libri e di centinaia di articoli tratti da dieci riviste, alcune delle quali non risultano conservate. I titoli sono di argomento molto vario e spaziano dal teatro alla storia italiana, dalla linguistica alla storia della musica, alle esplorazioni geografiche. A prevalere sono i temi letterari.
Informazioni per visitare la mostra
Sede espositiva:
SALA SAN GIORGIO, BIBLIOTECA MALATESTIANA
Piazza Bufalini, 1 Cesena
dal 17 gennaio al 31 marzo 2019
Orari:
Lunedì 14.00 -16.00
dal martedì al sabato: 09.00 – 16.00
domenica e festivi: 10.00 – 16.00
Ingresso: gratuito
Le informazioni sulla mostra sono tratte dal sito della Biblioteca Malatestiana e dal Catalogo dell’esposizione