La Fondazione Cini pubblica l’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento

Verso un portale di condivisione della produzione italiana
di 24 Giugno 2020 1
La battaglia navale di Zonchio, British Museum

Sono 1215 ad oggi le opere – matrici e fogli sciolti –  descritte analiticamente  e pubblicate online nell’Archivio digitale delle xilografie della Fondazione Cini – Istituto di Storia dell’Arte. Si tratta della produzione di materiale grafico xilografico realizzato in Italia tra l’invenzione della stampa e il 1550, conservato nei maggiori gabinetti di stampe di musei, biblioteche, archivi, collezioni pubbliche e private italiane e straniere, nonché da mercanti d’arte e case d’asta. I curatori del progetto –  Laura Aldovini, David Landau, Silvia Urbini – precisano inoltre che la banca dati descrive anche “i materiali ancora conservati nei luoghi d’origine, ad esempio nelle chiese, e quelli ancora incollati come decorazioni di arredi sacri e profani”.

L’obiettivo è ambizioso: superare i confini dei singoli enti conservatori per far dialogare  – in rete  – i materiali  custoditi localmente permettendo, allo stesso tempo, di ricostruire la “vita” di un’incisione attraverso la ricomposizione dell’intera filiera produttiva, dalla matrice, ai fogli, dagli esemplari diversi di una stessa matrice alle copie. Censendo “tutti i materiali relativi ad una stessa opera dispersi in tutto il mondo” è possibile costruire una mappa della xilografia italiana del Rinascimento da restituire agli studiosi e agli appassionati.

Cristo portacroce, Boston, Museum of Fine Arts

Letti singolarmente  i fogli ora ‘invisibili’  “contengono patrimoni preziosi di informazioni che arricchiscono la conoscenza dell’arte e della cultura rinascimentale”, spiegano gli autori del progetto. Dal punto di vista della storia e dell’evoluzione dello stile “è noto che durante il primo Rinascimento nelle botteghe vigeva il principio di unità delle arti e i grandi maestri operavano contemporaneamente nell’ambito di differenti pratiche artistiche, fornendo disegni anche per la nuova arte dell’incisione, in tutte le sue declinazioni”.

Dal punto di vista storico-artistico “lo studio di questi materiali – esaminati in ‘gallerie’ di immagini confrontabili – permette di costruire delle filiere figurative e raggruppare famiglie stilistiche creando nuove identità artistiche o arricchendo il catalogo di maestri monogrammisti già noti”. 

Catalogato sulla piattaforma open source xDams – come tutti gli archivi della Fondazione che adottano moduli specifici per la descrizione delle diverse tipologie di materiali – l’Atlante ha adottato il  tracciato ICCD per le stampe e le matrici (S – MI) implementando campi e collegamenti (per descrizioni specifiche, per l’inserimento dei link alla localizzazione dell’opera,  alla scheda del museo relativa all’opera in oggetto, etc).
In fase di pubblicazione online l’archivio digitale – in libera consultazione sul sito degli archivi della Fondazione Giorgio Cini – ha reso possibile la valorizzazione delle relazioni tra le opere attraverso le gallerie di immagini correlate, la navigazione a faccette con i filtri di contesto, le connessioni per approfondimenti relativi ai marchi di collezione, filigrane. Tutto è in dialogo partendo dalle schede descrittive ricche di metadati, di notizie storico-critiche che informano anche sui collegamenti fra i fogli sciolti e l’illustrazione libraria di altri ambiti artistici.

Cristo portacroce e la galleria online dell’archivio digitale

Questa presentazione dinamica sul web consente di mettere in evidenza raggruppamenti in corpus xilografici legati stilisticamente e, in conseguenza, ipotizzare/individuare ambiti e cronologie di produzione.

 In prospettiva il progetto aspira a costituirsi come un vero e proprio portale dell’incisione italiana del Rinascimento, un “luogo” di coordinamento e di divulgazione dei materiali utili allo studio delle xilografie, pubblicati sia on line che in cartaceo.


Le informazioni sono tratte dalla pagina di presentazione del progetto e dal contributo di Laura Aldovini, David Landau, Silvia Urbini, Le matrici lignee della collezione Malaspina e l’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, in «Studi di memofonte» collezionismo e modalità espositive di matrici lignee, XVII, 2016, pp. 3-24