CDEC Digital Library

di 29 Ottobre 2014 0

Il V Congresso sionistico Mondiale di Basilea nel 1903. Dal Fondo Angelo Sullam, l’autore dello scatto

Alla fine del 2012 la Fondazione CDEC ha lanciato un innovativo progetto di Digital Library, la cui prima, prevista, fase di lavoro si concluderà a dicembre 2014 con la pubblicazione, in occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio 2015), della prima banca dati, in formato Linked Open Data, dedicata alle risorse per la storia e la memoria della Shoah in Italia.
Il progetto, di lungo periodo e finanziato, in questa prima fase, con i fondi della Legge speciale dello Stato n. 155 del 2009, è stato pensato e realizzato con l’obiettivo di conservare e valorizzare al massimo grado il patrimonio documentale della Fondazione CDEC: attraverso l’ampliamento e il potenziamento delle opportunità di accesso alle informazioni e ai documenti che il web garantisce; ma, soprattutto, attraverso la possibilità di riuso dei dati che la tecnologia Linked Data consente. Studiosi, ricercatori, cultori della materia, cittadini utenti del web potranno avvalersi, nel rispetto delle condizioni previste dalla licenza creative Commons, dei dati pubblicati dalla Fondazione CDEC, per sviluppare nuove ricerche e applicazioni.

Presto online inventari, cataloghi, fotografie, interviste sulla storia della Shoah in Italia grazie al progetto Digital Library della Fondazione CDEC

Il lavoro svolto dalla Fondazione CDEC per la diffusione e divulgazione della storia della Shoah, degli ebrei e dell’ebraismo italiano, diventa così non solo un patrimonio culturale ampiamente condiviso, ma anche un investimento di pubblica utilità per l’accrescimento della conoscenza.

Grazie a questo progetto la Fondazione CDEC pone basi concrete per la creazione di nuove reti e infrastrutture di ricerca di livello sia nazionale che internazionale e aderisce e risponde in maniera tempestiva alle sempre più diffuse richieste di condivisione e democratizzazione del sapere, provenienti sia dal mondo politico che da quello imprenditoriale e intellettuale.

I figli di Angelo Sullam con balia e istitutrice, Fondo Angelo Sullam della Fondazione

CDEC Digital Library

A gennaio 2015 con la conclusione della prima fase del progetto Digital Library, la Fondazione CDEC si appresta a mettere in rete un’ampia e preziosa parte della propria collezione di documenti. In particolare saranno ricercabili e accessibili documenti e informazioni riguardanti la storia e la memoria della Shoah in Italia: gli inventari e i cataloghi dei principali fondi archivistici dell’istituto, ovvero le carte attraverso le quali è stato possibile ricostruire larga parte del processo persecutorio degli ebrei fra il 1938 e il 1945, e anche il lungo elenco dei nomi e delle biografie delle oltre 9000 vittime della persecuzione e deportazione dall’Italia e dalle isole dell’Egeo. Insieme agli inventari saranno accessibili anche i documenti digitalizzati di alcuni fondi archivistici, a cominciare da quello del partigiano ebreo, Emanuele Artom, torturato e ucciso dai nazisti nella primavera del 1944, i cui diari costituiscono uno dei beni più preziosi dell’Istituto.
Sarà finalmente consultabile online la collezione delle oltre 2000 fotografie delle vittime della Shoah in Italia – finora mai pubblicata in maniera sistematica – nonché vedere e ascoltare brani di alcune delle oltre 100 interviste ai reduci dei campi di sterminio, realizzate dal CDEC alla metà degli anni ’90. A tutto ciò sarà collegato il catalogo delle riviste e degli oltre 26.000 libri posseduti dalla Biblioteca specializzata del CDEC.

 Condivisione e democratizzazione del sapere, riuso dei dati: i principi ispiratori del progetto sviluppato dalla Fondazione sulla prima banca dati in LOD delle risorse per la storia e la memoria della Shoah in Italia

Il progetto Digital Library – che include anche il nuovo portale web per l’accesso alle risorse – è stato realizzato grazie alla partnership con la società regesta.exe di Roma fornitrice della piattaforma linked data, openDams, per la gestione integrata degli archivi e delle basi di dati, e la piattaforma xDams per la catalogazione e inventariazione delle diverse tipologie di documenti.

 

La ricerca sui nomi delle vittime della Shoah in Italia e la prima ontologia sul dominio “Shoah”

Per la messa a punto del progetto Digital Library è stato necessario analizzare le banche dati possedute dalla fondazione, i loro contenuti e la loro struttura. Nel corso dell’indagine è emerso in maniera evidente il ruolo centrale che i “nomi” hanno svolto e tuttora svolgono nella ricerca scientifica del CDEC e nell’organizzazione stessa del suo patrimonio documentario. I nomi, infatti, costituiscono molto spesso il punto di partenza ma anche l’obiettivo delle ricerche del CDEC.
Questo specifico carattere è stato mantenuto e anzi valorizzato dal progetto CDEC Digital Library che ha trovato in particolare nella banca dati dei nomi delle vittime della Shoah in Italia il perno e lo snodo essenziale per l’impostazione e l’avvio del processo di integrazione dei dati inventariali e catalografici e dei relativi documenti digitalizzati.

Germana Ravenna – deportata nel ’43 – sul Monte Bianco nel 1910 ca, fondo Anna Marcella Tedeschi della Fondazione

La banca dati dei nomi delle vittime della Shoah, per la sua particolare struttura e per la tipologia dei dati in essa contenuti, è stata inoltre il fulcro di un ulteriore sviluppo del progetto Digital Library. Essa infatti ha consentito l’elaborazione della prima ontologia sul dominio “ Shoah”, ovvero della prima descrizione “formale” mai realizzata a livello internazionale, del processo persecutorio e di deportazione – dall’arresto all’incarcerazione alla deportazione al destino finale di ogni singola vittima. Questa ontologia, grazie alla quale ogni nome è semanticamente collegato ai concetti e alle relazioni individuate come proprie del processo di deportazione, conferisce ai nomi stessi un carattere di inoppugnabilità e precisione identificativa nettamente superiore alle pubblicazioni finora realizzate.

L’ontologia sulla Shoah si configura come un traguardo raggiunto di altissimo livello scientifico, realizzato grazie alla collaborazione e sinergia degli storici e archivisti della Fondazione CDEC con i data architects e gli informatici di regesta.exe ed apre ampie prospettive di sviluppo per la ricerca scientifica – di carattere sociale e sociologico oltre che storico, utile per esempio, per la ricostruzione dei nuclei famigliari dispersi, o come base per l’analisi dei flussi migratori, in epoche storiche come in tempi più recenti.

Il progetto Digital Library è stato realizzato con la piattaforma linked data openDams per la gestione integrata degli archivi e delle basi di dati e la piattaforma xDams per la catalogazione e inventariazione della documentazione

Il reference document sull’ontologia – col quale si spiega il significato dei “concetti” e delle “relazioni” che descrivono il meccanismo della deportazione – come gli strumenti di ricerca (Sparql endpoint) e di visualizzazione del dataset linked data (Lodlive) sui nomi della Shoah in Italia è consultabile all’indirizzo http://cdec.opendams.org/

 

Il dataset Shoah Victims Names nel Linked Data Cloud Diagram 2014

L’ontologia sui nomi delle vittime della Shoah in Italia è stata elaborata seguendo i principi e le best practices suggerite dal consorzio internazionale W3C. La piena rispondenza a tali principi ha portato il dataset del CDEC ad essere incluso nel catalogo dei datasets datahub.io nonché nella nuova versione aggiornata (settembre 2014) del Linked Open Data Cloud Diagram – il diagramma con cui l’Università di Mannheim ha rappresentato l’insieme degli attuali 572 Linked Data datasets pubblicati sul web e collegati ad altri datasets.  Il dataset “Shoah Victims Names” è il primo ed unico dataset sulla storia della Shoah incluso nel Linked Data Cloud. Tale risultato testimonia una volta di più l’alto livello scientifico e tecnologico raggiunto dalla Fondazione CDEC in questi due anni di lavoro dedicati allo sviluppo della Digital Library e il riconoscimento anche a livello internazionale del suo valore.


Nell’immagine dello slideshow Il matrimonio di Henriette Artom e Angelo Sullam, dal Fondo Dora Sullam della Fondazione