La Costituzione, tra memoria e visione del futuro

di 5 Gennaio 2018 0


Possiamo firmare con coscienza”: con questa affermazione, sussurrata sorridendo ad Alcide De Gasperi, il Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola firmava, nella biblioteca privata di Palazzo Giustiniani, il 27 dicembre 1947, alla presenza dei vicepresidenti del Consiglio Randolfo Pacciardi e Giuseppe Saragat, dei ministri del IV governo De Gasperi (tra i quali Einaudi, Togni, Sforza, Gonella, Scelba, Tupini, Segni, Facchinetti, Corbellini) di un folto gruppo di giornalisti, operatori e fotografi, i tre esemplari della Costituzione votata dall’Assemblea Costituente “letta attentamente” da De Nicola.
A controfirmare Umberto Terracini, presidente dell‘Assemblea Costituente e il Presidente del Consiglio De Gasperi, con l’assistenza di Francesco Cosentino, funzionario di fiducia del Presidente e futuro segretario generale della Camera, e il ministro della giustizia, Giuseppe Grassi.

Non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi in una sospensione del tempo, che ignora il passato e oscura l’avvenire, così deformando il rapporto con la realtà. La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro”: con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha salutato il 2017 rivolgendo il suo messaggio di fine anno agli italiani. “In questo tempo”, ha detto tra l’altro il Presidente, “la parola “futuro” può anche evocare incertezza e preoccupazione. Non è stato sempre così. Le scoperte scientifiche, la evoluzione della tecnica, nella storia, hanno accompagnato un’idea positiva di progresso. I cambiamenti, tuttavia, vanno governati per evitare che possano produrre ingiustizie e creare nuove marginalità. L’autentica missione della politica consiste, proprio, nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento. Per rendere più giusta e sostenibile la nuova stagione che si apre. La cassetta degli attrezzi [il grassetto è mio] per riuscire in questo lavoro, è la nostra Costituzione: ci indica la responsabilità nei confronti della Repubblica e ci sollecita a riconoscerci comunità di vita.

L’auspicio del Presidente Mattarella a rendere viva la Costituzione esercitando il diritto di sovranità è in perfetta sintonia con lo spirito dei Costituenti

L’auspicio a rendere viva la Costituzione – a 70 anni dalla sua promulgazione – esercitando il diritto di sovranità e concorrendo a decidere le sorti del nostro Paese è in perfetta sintonia con lo spirito della classe dirigente dell’Italia liberata, sulla quale incombeva la responsabilità di costruire il nuovo ordinamento democratico, nel costume e nella legge.
Così scriveva nel ‘46 il giurista Arturo Carlo Jemolo, a chiusura della sua “guida alla Costituente”: “Né la pace dei popoli, né la giustizia sociale, né alcun altro bene, è suscettibile di conquiste definitive: ogni generazione deve fare le sue prove, che la nostra sia all’altezza del suo compito e possa essere d’esempio a quelle che seguiranno“.

Gettiamo un rapido sguardo all’impegno prodigato da quegli uomini – politici, intellettuali – nel promuovere fin dall’inizio un processo di partecipazione collettivo alla costruzione di una nuova cittadinanza, fondata sui diritti civili, politici, sociali.

Per il 70° anniversario della Costituzione il Senato della Repubblica ha pubblicato un’agile e utile guida sulla storia della nostra “Carta” corredata da una cronologia essenziale: l’Assemblea Costituente venne eletta il 2 giugno 1946; il 25 giugno si tenne la seduta inaugurale. In quella stessa data vennero a cessare i lavori della Consulta. All’interno dell’Assemblea venne nominata una “Commissione per la Costituzione”, composta da 75 membri appartenenti a tutte le forze politiche. A tale Commissione (meglio conosciuta come “Commissione dei 75”), venne affidato il compito di presentare un “Progetto di Costituzione”. La Commissione venne ripartita in tre Sottocommissioni. Prima Sottocommissione: diritti e doveri dei cittadini; seconda Sottocommissione: organizzazione costituzionale dello Stato; terza Sottocommissione: rapporti economici e sociali. La Commissione dei 75, presieduta dall’onorevole Meuccio Ruini, iniziò i suoi lavori il 20 luglio 1946 e li concluse approvando un “Progetto di Costituzione della Repubblica Italiana”, che presentò alla Presidenza dell’Assemblea Costituente il 31 gennaio 1947. L’Assemblea Costituente, presieduta dall’onorevole Umberto Terracini, iniziò l’esame del Progetto il 4 marzo 1947 e lo concluse con l’approvazione definitiva il 22 dicembre 1947. La Carta Costituzionale venne promulgata il 27 dicembre 1947 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298 del 27 dicembre 1947. La Costituzione italiana è entrata in vigore il 1° gennaio 1948.

Gettiamo un rapido sguardo all’impegno prodigato dalla classe dirigente dell’Italia del secondo dopoguerra nel promuovere un processo di partecipazione collettivo alla costruzione di una nuova cittadinanza, fondata sui diritti civili, politici, sociali.

L’esame in Assemblea del progetto di Costituzione iniziò dunque il 4 marzo, con un omaggio e un ringraziamento all’operato del Ministero della Costituente che aveva approntato i materiali di studio per l’Assemblea e le sue Commissioni. Ci soffermeremo dunque sugli inizi, sull’operato del Ministero, per qualche suggerimento di lettura o visione. Con decreto luogotenenziale 31 luglio 1945, n. 435, era stato istituito dal Governo Parri il Ministero per la Costituente con il compito di “preparare la convocazione dell’Assemblea costituente e di predisporre gli elementi per lo studio della nuova Costituzione che dovrà determinare l’aspetto politico dello Stato e le linee direttive della sua azione economica e sociale”. Un’amministrazione leggera, composta da due soli uffici, con compiti di studio, ricerca e confronto pubblico – si chiedeva una libera e aperta discussione pubblica – sui problemi da risolvere : il Ministero per la Costituente aveva il compito di “fare sì che i suggerimenti,le indicazioni di rotta, le proposte di via [venissero] conosciute dal maggior numero possibile di cittadini”  dichiarava Pietro Nenni, nominato Ministro per la Costituente. Furono così istituite tre commissioni di studio aventi ad oggetto rispettivamente le questioni economiche, i problemi del lavoro e i problemi attinenti alla riorganizzazione dello Stato.

Politici, professori universitari, studiosi – la classe dirigente dell’epoca – misero a disposizione le proprie competenze per realizzare testi, monografie indirizzati non solo ai futuri costituenti ma anche ad un vasto pubblico: l’obiettivo era anche costruire un’opinione pubblica consapevole delle sfide attendevano il nostro Paese alla vigilia della fondazione di un nuovo ordinamento democratico. Arturo Carlo Jemolo, Massimo Severo Giannini, Armando Saitta sono solo alcuni dei nomi degli autori contattati dal Ministero attività di studio, divulgazione, alfabetizzazione politica.

Tra le pubblicazioni di rilievo i Bollettini di informazione e documentazione del Ministero (li vediamo in rassegna aperti sul tavolo nel documentario  “L’Italia ha scelto: Repubblica“, al minuto 2:30) stampati dal 20 novembre del ’45 al 25 giugno del 46. Grazie all’editore Sansoni – che Nenni non mancherà di ringraziare quando interverrà come deputato della Costituente sul progetto di Costituzione presentato in Assemblea nel marzo del 1947 – fu promossa la pubblicazione di una collana di “Testi e documenti costituzionali” diretta da Giacomo Perticone, e una collana di “Studi storici” diretta da Carlo Ghisalberti.

L’Istituto Luigi Sturzo ha reso disponibili online – scaricabili liberamente – numerose “guide alla Costituente” curate dal Ministero per la Costituente: La Costituente e la Costituzione, di Giuseppe D’Eufemia, Il problema industriale, di Gaetano Stammati, Il problema bancario di Giancarlo Trovamala, Il problema agrario di Gian Giacomo dell’Angelo, Il problema della scuola, a cura della Redazione del Bollettino di informazione. Che cosa è la Costituzione, di Arturo Carlo Jemolo, è un agile libretto che illustra – con domande e risposte, evidenziazioni e sintesi – cosa sono le carte costituzionali, quali saranno i problemi che i costituenti dovranno affrontare, cosa conterrà la carta della sovranità popolare.  “Aver fiducia negli uomini che saranno eletti a far parte della Costituente è un bene” – scrive il giurista –   ma, aggiunge, “non sarebbe saggio rimettersi completamente al loro valore senza aver prima studiato e considerato ogni problema”.

Il Ministero affidò anche alle immagini il compito di raggiungere tutti i ceti sociali, in vista della costruzione del nuovo stato democratico. Dai banchi di una scuola serale gli uomini semplici (tutti uomini però!) ascoltano le spiegazioni dell’insegnante sul cammino dei popoli verso la libertà e gli ordinamenti democratici – dalla nascita degli Stati Uniti d’America, alle Costituzioni europee, dal Risorgimento, alla Costituente – interrotto da guerre, dittature (ma il fascismo è “epurato” nel racconto) distruzioni. È la docufiction Verso la Costituente, diretta da Renato May, sceneggiatore, regista e docente di teoria cinematografica al Centro sperimentale di cinematografia ed autore di “Come si vota”, cortometraggio – a cura del Ministero della Costituente – che consegna all’attore di varietà Tino Scotti la missione di familiarizzare gli elettori con la scheda e il seggio elettorale, le operazioni di voto, le ferree sanzioni sul mancato esercizio del diritto di cittadinanza (il proprio nome affisso per un mese nell’albo comunale, la menzione “non ha votato” nel certificato di buona condotta per 5 anni!).  A produrla il “nuovo” Istituto Luce, produttore dei Notiziari dell’Italia liberata dal fascismo (I Notiziari Luce Nuova). “L’Italia ha scelto: Repubblica” è il documentario realizzato dal Ministero della Costituente – poco prima della soppressione avvenuta con decreto legge del 2 agosto 1946 – dopo il referendum: realizzato dall’Istituto Nazionale Luce presenta con enfasi l’Italia liberata dalla lotta partigiana.

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Dunque l’Assemblea Costituente è eletta e, come già ricordato, comincia i lavori il 25 giugno 1946. Quando il 22 dicembre la Costituzione verrà posta ai voti, a scrutinio segreto, Meuccio Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione, non potrà che parlare della profonda emozione che prende “chi è adusato alle prove parlamentari, chi è stato in trincea, chi ha conosciuto il carcere politico”. Qualche mese prima Umberto Terracini aveva ribadito l’impegno preso dall’Assemblea:”Il 31 dicembre la Repubblica Italiana deve avere ed avrà la propria legge fondamentale“.  Giunto il giorno della votazione i  Costituenti, orgogliosi del lavoro svolto, frutto di un “equilibrio” tra idee e correnti diverse, rivolsero lo sguardo al futuro, consegnando alle generazioni successive la “cassetta degli attrezzi” e il compito di rendere viva la nostra Carta. E’ ancora Ruini a parlare: “Questa Carta che stiamo per darci è, essa stessa, un inno di speranza e di fede. Infondato è ogni timore che sarà facilmente divelta, sommersa e che sparirà presto. No, abbiamo la certezza che durerà a lungo, e forse non finirà mai, ma si verrà completando ed adattando alle esigenze dell’esperienza storica. Pur dando alla nostra Costituzione un carattere rigido, come richiede la tutela delle libertà democratiche, abbiamo consentito un processo di revisione, che richiede meditata riflessione, ma che non la cristallizza in una statica immobilità. Vi è modo di modificare e di correggere con sufficiente libertà di movimento. E così avverrà; la Costituzione sarà gradualmente perfezionata; e resterà la base definitiva della vita costituzionale italiana. Noi stessi — ed i nostri figli — rimedieremo alle lacune ed ai difetti, che esistono, e sono inevitabili“. 

Le parole del Presidente Mattarella sul lavoro che “resta la prima, e la più grave, questione sociale” richiamano quelle appassionate, pronunciate a Milano nel 1955 nel “Discorso ai giovani sulla Costituzione”,  da un altro costituente per il quale la “Carta” doveva considerarsi “rinnovatrice, progressiva,  che mira alla trasformazione di questa società in cui può accadere che, anche quando ci sono, le libertà giuridiche e politiche siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche, dalla impossibilità per molti cittadini di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica potrebbe anche essa contribuire al progresso della società“.
E’ Piero Calamandrei, per il quale la Costituzione, “è la carta della propria libertà, la carta per ciascuno di noi della propria dignità di uomo“.


Oltre la documentazione citata nei link,  una fonte inesauribile per il dibattito nell’Assemblea Costituente è il portale storico della Camera che documenta tutti i lavori della Transizione costituzionale. Per la Costituente si vedano qui le sedute, con i resoconti d’aula.
Il volume a cura dell’Archivio centrale dello Stato e di Agostino Attanasio “1943-153. La ricostruzione della storia dedica un intero capitolo agli archivi dei Ministeri per la costituente e per la consulta nazionale (si veda il contributo di Caterina Arfé, da pag. 93 a pag- 104).
La galleria di fotografie dell’Assemblea Costituente – “Discussione, votazione e approvazione della Costituzione”  appartengono all’Archivio fotografico della Camera dei deputati.