Otto marzo, “otto donne europee straordinarie nelle arti, nelle scienze e nella società”: Europeana, il portale di accesso al patrimonio digitale europeo, e la Commissaria europea per l’economia e la società digitale Mariya Gabriel, pubblicano online, per “celebrare il contributo storico di donne innovative alla conoscenza umana e alla cultura”, Pioneers, una galleria di ritratti femminili, con testi e fotografie che ripercorrono la vita di queste pioniere.
Ritratto di Marie Curie, Fotografo sconosciuto, Tekniska museet, Public Domain Mark
Il viaggio inizia con la scienziata Maria Skłodowska-Curie (1867-1934), doppio premio Nobel, famosa per le sue scoperte pionieristiche in fisica e chimica, che, si legge in Europeana, “con il lavoro di una vita ha trasformato la percezione del lavoro delle donne nella scienza e nelle tecnologia”.
In un nostro approfondimento multimediale sul magazine regesta con video dell’archivio storico Luce, documenti dell’Accademia dei Lincei, fotografie della Library of Congress e dei Caltech Archives, avevamo reso omaggio al Premio Nobel per la Fisica nel 1903 e Premio Nobel per la Chimica nel 1911, Maria Sklodowska, la ragazza che, partendo dalla Polonia occupata dai russi, brillò per lo spirito di indipendenza, il coraggio, la tenacia nel difendere il proprio ruolo in una società profondamente maschile.
L’8 marzo è un’occasione per mostrarla di nuovo in questo prezioso documento dell’Archivio Luce (il Giornale Luce n.872 dell’ottobre 1931) circondata da uomini, le migliori menti della fisica a quel tempo riunite a Roma per il Congresso di fisica nucleare organizzato presso la Reale Accademia d’Italia dall’11 al 18 ottobre 1931, dalla Fondazione Alessandro Volta e da Enrico Fermi.
Il cinegiornale fascista presenta il premio Nobel Marie Curie apponendo il titolo di … “signora” al nome di scienziata, mentre gli uomini sono presentati con il loro cognome e la provenienza…
La mostra di Europeana – su cui ritorneremo – è l’occasione per ricordare un’altra scienziata poco nota al grande pubblico che fa capolino tra i servizi dei cinegiornali fascisti generalmente solleciti nel ricordare all’Italia del ventennio il ruolo loro affidato dal regime, di insostituibili procreatrici per/della nazione: si tratta della Daria Bocciarelli, che compare in camice, assieme ad un ricercatore, in due servizi del 1943 – fotografico e cinematografico – che l’Istituto Luce dedica ad un nuovo “supermicroscopio elettronico” dell’Istituto Superiore di Sanità.
Daria Bocciarelli al lavoro con il supermicroscopio elettronico nell’Istituto Superiore di Sanità, 07.1943 – 08.1943, Reparto Foto Attualità, Archivio fotografico Luce
Né lo speaker del cinegiornale (il video del giorno) né il servizio fotografico rivelano il nome della ricercatrice – un caso raro di immagine femminile non associata ai ruoli tradizionali nelle informazioni cinematografiche di regime – ma con una ricerca tra le fonti autorevoli online è possibile individuarne il nome.
Daria Bocciarelli a pranzo coi colleghi di Arcetri [B. Rossi, 1987]
Scopriamo quindi che la scienziata si chiama Daria Bocciarelli (1910-2006), fisica laureata nel 1931 a Firenze, nel ’32 animatrice assieme a Bruno Rossi Gilberto Bernardini, Giuseppe Occhialini , Giulio Racah del “gruppo di Arcetri”, un gruppo di giovani che diede una grande spinta alla ricerca sui raggi cosmici e collaborò con Fermi ed il gruppo di Roma nei primi anni Trenta.
Nel 1938 Daria Bocciarelli si trasferisce all’Istituto di Sanità Pubblica di Roma – solo nel ’41 assumerà il nome di Istituto Superiore di Sanità – dove prosegue le ricerche di Fisica nucleare iniziate a Firenze e realizza, con Edoardo Amaldi, Franco Rasetti e Giulio Cesare Trabacchi, un acceleratore elettrostatico per la ricerca e produzione di sostanze radioattive artificiali per uso medico.
Daria Bocciarelli e il supermicroscopio elettronico
Microscopio elettronico Siemens, serie UM100, acquistato dall’ISS e instal-lato nei Laboratori di Fisica nel novembre 1942.
Nel 1939, come assistente del Direttore del Laboratorio di Fisica dell’Istituto, Giulio Cesare Trabacchi, va in Germania presso la Siemens & Halske per esaminare e valutare l’acquisto di un microscopio elettronico Siemens. I due scienziati decidono di ordinarlo, ma dovranno attendere fino al novembre 1942, quando l’apparecchio (serie UM100) verrà finalmente montato nei Laboratori di Fisica. Ed è lui l’altro protagonista del video, proprio il supermicroscopio elettronico del cinegiornale (e del corrispondente servizio fotografico).
Originale della ricevuta rilasciata dal Comando Militare Germanico a seguito della requisizione del microscopio elettronico Siemens acquistato dall’ISS
Bocciarelli impiega 6 giorni per apprendere il funzionamento della macchina, invece dei 6 mesi previsti. Biologi, medici, fisici potranno avvalersi di uno strumento all’avanguardia per i loro studi. Ma un anno dopo, nell’autunno 1943, il dottor Muller della Siemens si presenta con una lettera di requisizione: i tedeschi temono che il microscopio possa cadere nelle mani degli Alleati.
Gli scienziati traccheggiano e impiegano notte e giorno per studiarne la struttura (i fisici dell’Istituto impiegarono le ore notturne nel lavoro di misurazione delle correnti delle bobine e dei campi magnetici delle lenti e nella raccolta di tutti i dati tecnici, etc). Trabacchi e Bocciarelli avviano immediatamente – rocambolescamente – la costruzione di un nuovo strumento superando enormi difficoltà per il reperimento dei materiali necessari. Così, scrive Gianfranco Donelli, professore di microbiologia, riferendo il racconto di Bocciarelli, “le leghe magnetiche con cui realizzare le espansioni polari delle lenti furono ottenute da amici che lavoravano presso industrie belliche, i quali fornirono anche alcune delle attrezzature necessarie che venivano gettate di notte oltre il muro di cinta dell’Istituto e immediatamente trasportate all’interno dei Laboratori di Fisica”.
Nel giugno 1944 -si legge in un altro studio a cura dell’ISS – è già realizzata circa metà dell’apparecchio, ma il suo completamento è reso difficile dalle continue sospensioni giornaliere nell’erogazione dell’energia elettrica, dovute ai frequenti bombardamenti sulla zona in cui sorgeva l’Istituto, che costringono ad interrompere ripetutamente il lavoro.
Dopo circa due anni e mezzo di lavoro, il 9 luglio 1946, inizia il collaudo del nuovo microscopio elettronico, che entra poi in funzione nel dicembre del ’46, fornendo prestazioni migliori rispetto a quelle del microscopio Siemens e divenendo per anni punto di riferimento per vari ricercatori italiani.
Arriviamo agli anni Cinquanta e Daria Bocciarelli è a capo del reparto di microscopia elettronica nel Laboratorio di Fisica diretto da Mario Ageno, nel 1959 Daria succede a Trabacchi alla presidenza della Società Italiana di Microscopia Elettronica. Nel 1987 è insignita dall’Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL, del premio Domenico Marotta per la ragguardevole attività svolta presso l’Istituto. Muore 27 dicembre 2006 a quasi 97 anni.
Aletta Jacobs, 1919, Isaac Israels, Collezione IAV-Atria, Institute on gender equality and women’s history
Nasce in un piccolo paese dell’Olanda, Sappemer, il 9 febbraio 1854, nella famiglia di un medico ebreo Aletta Henriëtte Jacobs, che, sognando di proseguire gli studi paterni, scrisse al Minister Thorbecke, per chiedere di poter continuare a studiare all’università e laurearsi in medicina. Così divenne la prima donna olandese a laurearsi, la prima a diventare medico e conseguire e un dottorato. Incoraggiò le donne ad usare i contraccettivi , scrisse diversi libri tra i quali, nel 1899, un famoso saggio, ricco di illustrazioni, sul corpo femminile: The Woman: Her build and her internal organs. In questo modo contribuì a diffondere la conoscenza e la consapevolezza del corpo femminile.
La rivendicazione del diritto di votò cominciò presto, nel 1883, con un appello al sindaco di Amsterdam: cittadina, soggetto di diritti e doveri, regolare contribuente chiedeva di poter esercitare i propri diritti. Ma dovrà attendere il 1919 per votare in parlamento… E questa, quella del voto alle donne, è un’altra storia.
Fonti consultate l’8 marzo 2019
Scienza a due voci. Le donne nella scienza italiana dal Settecento al Novecento, Daria Bocciarelli
Associazione Nazionale Professionale per la Ricerca, Daria Bocciarelli
Gianfranco Donelli, Primi passi e successivi sviluppi della microscopia elettronica all’ISS:dal Laboratorio di Fisica al Laboratorio di Ultrastrutture, Storie e memorie dell’Istituto Superiore di SanitàRoma, 4 febbraio 2008
Gianfranco Donelli, La microscopia elettronica all’Istituto Superiore di Sanità dal 1942 al 1992: dai Laboratori di Fisica al Laboratorio di Ultrastruttura, Quaderno 4, ISS 2008
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