Chi potrà mai dimenticare l’ansiogena corsa in soggettiva di Danny a bordo di un triciclo tra i corridoi dell’Overlook Hotel? Stiamo parlando naturalmente di Shining, e la tensione creata dalla lunga sequenza era il frutto dell’abilità di un geniale operatore, Garrett Brown, inventore della steadicam, la macchina da presa che, “stabilizzata” da un sistema supporti e imbragature, permette di fare riprese fluide e dinamiche.
Il dispositivo ha circa 40 anni ma le carte d’archivio consentono di retrodatare l’idea al … 1928. Repubblica ha recentemente pubblicato i disegni del progetto, firmato da Alessandro Blasetti e Ernesto Cauda, per la costruzione di una nuova macchina da presa che, indossata come un casco, “avrebbe distribuito il peso sul collo e il torace” e permesso al corpo dell’operatore di “diventare un cavalletto mobile e flessibile e producendo una stabilità che la macchina a mano non consentiva” (la descrizione è della Cineteca di Bologna)…
I disegni sono conservati assieme alle lettere, i copioni, gli articoli, le interviste, le foto di scena, i bozzetti, le caricature, le vignette del regista romano nell’Archivio Blasetti, riordinato e inventariato su IBC-xDams dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna – la presentazione del progetto in radio a Hollywood party – conservato dalla Cineteca di Bologna. Proprio la Cineteca presenta oggi un prototipo realizzato dal regista americano Amedeo D’Adamo e dalla moglie Nevin Satta. Ad Alessandro Blasetti l’Università di Roma La Sapienza e l’Anai dedicano nel pomeriggio l’incontro Per la storia del cinema italiano. L’archivio Blasetti o dell’arte di far regia.
Tra i relatori Alfredo Baldi, Anna Fiaccarini, Margherita Martelli, Isabella Orefice, Mirella Plazzi, Donato Tamblé, Marina Zancan, Michela Zegna, Andrea Barzini, Mara Blasetti.